Lecco: ultimo step per 'plasmare' l'Officina Badoni del futuro

Dieci progetti per il futuro dell’Officina Badoni, la vecchia mensa in stile neogotico dell’ormai scomparsa fabbrica Badoni in corso Matteotti e per il cui utilizzo la Fondazione comunitaria del Lecchese aveva bandito un concorso di idee (QUI). I progetti costituiscono il punto di partenza per la messa a punto di un piano complessivo per rivitalizzare la palazzina rimasta dello storico complesso industriale di Castello e che da oltre vent’anni è in attesa di una destinazione per la quale sembra finalmente arrivato il momento delle decisioni dopo tante vicissitudini e incertezze.

La presidente con gli estensori dei progetti premiati

Al concorso di idee, bandito lo scorso mese di luglio, hanno partecipato ventitré tra enti, associazioni, scuole, singole persone, che appunto hanno appunto presentato complessivamente dieci progetti. Tre dei quali saranno premiati con un riconoscimento di 1.500 euro ciascuno. Si tratta dei progetti firmati uno da due studenti  di ingegneria edile e architettura del Politecnico lecchese (Alessandro Possenti e Alessandro Soldati), un altro dalla Fondazione Luigi Clerici e un terzo dal consorzio di cooperative sociali Consolida in collaborazione con il Comune di Lecco.

L'immobile, sotto uan foto degli interni

Il riconoscimento, comunque, non comporta che la nuova veste della struttura di corso Matteotti sarà data da uno o da tutti e tre i prospetti selezionati. In realtà, si apre ora una fase di confronto tra la Fondazione comunitaria e gli oltre venti depositari dei disegni presentati. A spiegare la procedura è stata la presidente della stessa fondazione, Maria Grazia Nasazzi, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo delle paure.

Maria Grazia Nasazzi

L’intervento di ristrutturazione dello stabile dovrebbe essere completato entro il 2023, ma per il momento l’unica certezza è che al terzo piano troveranno spazio gli uffici della stessa Fondazione comunitaria. Gli altri due piani sono tutti da riempire. E il programma dei lavori si adeguamento interno attende appunto che sia delineato l’utilizzo futuro.
Un primo appuntamento è già in calendario per il 16 dicembre, quando si comincerà a discutere sul “che fare” e che dovrebbe impegnare gli interessati per due o tre mesi. A primavera, dunque, si dovrebbe sapere cosà sarà l’Officina Badoni per la città e il territorio. E tutte le possibilità sono aperte: vale a dire che si arrivi a un piano di intervento condiviso da tutti i ventitré soggetti che hanno avanzato proposte, che qualcuno si perda per strada e non è neppure escluso che qualche altra associazioni possa ulteriormente farsi avanti con nuovi suggerimenti. In quanto alla gestione, saranno gli stessi proponenti a farsene carico: potrà dunque succedere che sia operativa una sola entità o che siano presenti addirittura tutte quelle fattesi avanti. Si vedrà.
I punti fermi sono comunque le linee indicate dalla fondazione a proposito dei settori di intervento e che sono ispirate ad alcuni punti programmatici della cosiddetta Agenda 23, la guida per lo sviluppo sostenibile predisposta dall’Onu.
In primo piano c’è il mondo giovanile al quale sono rivolte tutte le iniziative e che nell’Officina dovrebbe trovare un proprio punto di riferimento per i prossimi anni. In particolare, gli obiettivi scelti dalla Fondazione lecchesi sono quelli dell’«educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti», l’incentivazione dalla crescita economica che favorisca occupazione piena e lavoro dignitoso per tutti, la protezione dell’ambiente, la promozione delle società pacifiche e per l’accesso alla giustizia per tutti. Soprattutto, però, la volontà è quello di fare dell’Officina un punto di riferimento per i giovani, una fucina di attività che siano culturali o imprenditoriali a uso delle ultime generazioni.

Alessandro Possenti e Alessandro Soldati

Tiziano Corti

Paolo Cesana

Intanto, nel corso della stessa conferenza stampa, i tre “vincitori” hanno illustrato il contenuto dei tre progetti. Possenti e Soldati  ipotizzano anche la creazione di una Fondazione comunitaria Young che costituisca sostanzialmente il “motore” dell’Officina vista come un luogo di ritrovo e sede di iniziative: un bar caffetteria, sale per eventi ed esposizioni, un’ala per corsi e formazione; Paolo Cesana della Fondazione Clerici propone un’occasione di incontro tra i giovani e il mondo del lavoro con un approccio ludico-creativa ma anche educativa alle nuove tecnologie; Tiziano Corti ha invece spiegato l’intervento prefigurato da Consolida e Comune, intervento che prende lo spunto dall’esperienza di Living land, l’iniziativa che da tempo coinvolge gli studenti ormai non più soltanto nella stagione estiva in una serie di attività sociali o comunque rivolte alla comunità: previsti anche laboratori, spazi per lo studio, un punto informativo ma anche servizi per i turisti, considerata la vicinanza della stazione, e cioè deposito bagagli, affitto e parcheggio di biciclette.
Ma, come detto, non saranno soltanto questi i “contenuti” ai quali si guarderà in questi mesi. Sul tavolo ci sono infatti le idee arrivate dalle altre associazioni: per esempio, uno sportello di ascolto, iniziative contro la dispersione scolastica, laboratori di arte e cultura, autoproduzioni artigianali.
D.C.
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