Varenna: geometra a processo per tentata truffa, assolto dopo un processo... lampo!

Il Tribunale di Lecco
“Il giudice non ammette le prove e invita a conclude”. Una frase, quella pronunciata oggi in Aula dal dr. Paolo Salvatore che ha gelato i presenti. E' alquanto inusuale infatti che i testimoni selezionati dalla parti vengano “cassati” in toto, ritenendo la loro escussione superflua a i fini del decidere. Eppure questa mattina così è stato nell'ambito del procedimento penale intentato nei confronti di un geometra finito a processo con l'accusa di tentata truffa. Nel 2016 l'uomo – per conto dell'agenzia immobiliare della moglie, su procura del legittimo proprietario dell'immobile – avrebbe fatto visionare dei locali alla donna che lo ha poi denunciato, costituendosi altresì parte civile. La signora era alla ricerca, in Varenna, di un luogo dove avviare il proprio negozio da parrucchiera. 80.000 euro il prezzo di vendita indicato dal professionista, che avrebbe – stando al contenuto della querela – prospettato all'interessata anche la possibilità di convertire gli spazi in abitazione pur essendo accatastati c/2 e dunque come magazzino. Dopo più incontri la donna, per l'intervento di soggetti terzi, avrebbe sì acquistato l'immobile ma a 65.000 euro da altro intermediario, denunciando il geometra per tentata truffa in relazione alla nota spese ricevuta dallo stesso per la consulenza erogata in suo favore e in relazione a delta tra il prezzo da lui proposto e l'effettivo valore dei locali oggetto della compravendita.
Quest'oggi, dopo l'invito del giudice a concludere senza incardinare l'istruttoria, il pm d'udienza, il sostituto procuratore Chiara Di Francesco, ha chiesto l'assoluzione dell'imputato. “Non sussiste alcun tentativo di truffa” ha asserito riconducendo il tutto a una mera questione di rilevanza civilistica. Alla stessa conclusione si è associato il difensore dell'imputato, l'avvocato Paolo Faini chiedendo la condanna della querelante al pagamento delle spese. Di diverso avviso, chiaramente, l'avvocato Michele Cervati, legale di parte civile che ha ribadito come il tentativo di truffa a sua interpretazione si sia concretizzato nel momento in cui il geometra avrebbe provato a far acquistare alla sua assistita un immobile che non presentava le caratteristiche descritte, con un esborso rispetto al valore di mercato dello stesso.
Il giudice ha chiuso il caso con un'assoluzione “perché il fatto non sussiste”, spiegando, dando lettura del dispositivo della sentenza, di aver tratto tale conclusione dalla denuncia stessa della parrucchiera, presente al fascicolo, dalla quale si evince come la trattativa fosse per un immobile da usare come sede dell'attività lavorativa e il problema sia sorto alla richiesta di pagamento legittimamente avanzata dall'uomo per le prestazioni di intermediazione fornite, pur non essendo andata a buon fine – con lui – la vendita. Una pronuncia quella odierna che sbloccherà probabilmente anche la causa civile avviata dal professionista contro la donna per ricevere il proprio compenso, congelata proprio in attesa del giudizio penale, arrivato... velocissimamente.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.