Provincia: debito fuori bilancio di 43.878 € per Retesalute. Lega: dubbi sulla vigilanza
Bruno Crippa
Ricordando come “non è compito nostro” accertare le responsabilità dell'accaduto, Crippa ha infine rammentato come le quote della Provincia dopo il recesso siano state liquidate per 21.000 euro ed ora l'Ente si trovi a concorrere al piano di risanamento per le annualità fino al 2018, per, appunto, quasi 44.000 euro.
Se tecnica è stata la spiegazione resa dal vicepresidente – affiancato dal Segretario Mario Blandino che si è complimentato con lui per la chiarezza dimostrata nell'esporre la questione – politici sono stati gli interventi dei consiglieri che hanno preso la parola per commentare la delibera in discussione.
Paolo Lanfranchi (Democrazia è partecipazione) ha ricondotto a un “passaggio dovuto nei confronti dei lavoratori dell'azienda che sicuramente hanno lavorato bene e dei servizi che dovranno essere generati” il riconoscimento del debito fuori bilancio, giudicando l'eventuale malagestione a cui il documento fa riferimento come “un aspetto da approfondire. Personalmente mi sono fatto un'idea sulla svolta in negativo, dovuta probabilmente anche all'ampliamento del bacino che non ha fatto bene all'azienda” ha sostenuto non andando però oltre nell'esplicitare le proprie conclusioni.
“Questo è un passaggio dovuto anche se non scontato” ha detto poi Mattia Micheli (Libertà e Autonomia), citando “valutazioni di opportunità e di consapevolezza nei confronti di un territorio che tramite Retesalute eroga servizi che diventerebbe più complicato garantire. Le valutazioni del passato non importano o meglio non sono oggetto di questa delibera. Oggi quello che preme è dare seguito a una decisione del territorio per fare in modo che i cittadini non patiscano disservizi”.
Doppio intervento per la Lega con quel “dispiace che i cittadini paghino questa cosa” pronunciato da Elena Zambetti ripreso anche da Stefano Simonetti. “Voteremo per senso di responsabilità, per senso istituzionale, in difesa dei lavoratori ma non siamo fessi, non siamo sprovveduti: qualcosa nel sistema di vigilanza non ha funzionato” ha dichiarato convintamente il capogruppo. “Oggi prendiamo soldi pubblici e li usiamo per questo scopo quando potremmo usarli per altro” ha poi aggiunto, ribadendo come a suo avviso occorra “una riflessione seria su cosa non ha funzionato, a più livelli. Se ci sono stati errori, per noi è essenziale vengano sanzionati e non si ripetano più”.
A.M.