Calolzio: il bilancio dell'Aido tra segnali positivi e ''timori''
Per l'AIDO di Calolziocorte si prospettano tempi difficili: la sua sopravvivenza per l'anno in corso è assicurata, ma rimane circondata da una consistente aura di incertezza.
Benchè nell'ultimo anno il numero di donatori abbia fatto registrare un'incoraggiante crescita a livello nazionale, a Calolziocorte il bilancio delineatosi alla riunione sociale di venerdì 27 febbraio, sembra essere quello di un'associazione in crisi. Tra gli aspetti che destano preoccupazione, uno in particolare ha un gusto particolarmente sgradito: l'apparente disinteresse del comune. Quella di quest'anno infatti è stata la prima riunione svoltasi senza una rappresentanza comunale, nonostante l' invito trasmesso dai referenti. Una scelta del tutto discutibile da parte delle isituzioni, soprattutto dopo la legge (di recente approvazione) che delega all'ASL e all'Ufficio anagrafe il compito di propagandare e rendere accessibile la possibilità di diventare donatore senza passare da un'associazione di volontari.
Se ''saltasse'' la collaborazione con il comune, l'AIDO locale potrebbe trovarsi in difficoltà; se prima per diventare donatore era necessario iscriversi al sodalizio, oggi non lo è più. "I canali per diventare donatori ora sono molti. Anche dal punto di vista legislativo lo Stato si sta muovendo rendendo di fatto meno necessario il nostro intervento. In questo modo lo scopo dell'associazione è cambiato e va gestito: oggi l'AIDO non deve più occuparsi di trovare i donatori, quanto di dare risposte alle domande di coloro che lo sono già. Una volta iscritti in comune, o all'ASL, se questi ultimi avessero bisogno di ulteriori chiarimenti potrebbero rivolgersi a volontari impegnati; il che può dare una sensazione di fiducia maggiore".
I referenti dell'Aido di Calolziocorte
Benchè nell'ultimo anno il numero di donatori abbia fatto registrare un'incoraggiante crescita a livello nazionale, a Calolziocorte il bilancio delineatosi alla riunione sociale di venerdì 27 febbraio, sembra essere quello di un'associazione in crisi. Tra gli aspetti che destano preoccupazione, uno in particolare ha un gusto particolarmente sgradito: l'apparente disinteresse del comune. Quella di quest'anno infatti è stata la prima riunione svoltasi senza una rappresentanza comunale, nonostante l' invito trasmesso dai referenti. Una scelta del tutto discutibile da parte delle isituzioni, soprattutto dopo la legge (di recente approvazione) che delega all'ASL e all'Ufficio anagrafe il compito di propagandare e rendere accessibile la possibilità di diventare donatore senza passare da un'associazione di volontari.
Se ''saltasse'' la collaborazione con il comune, l'AIDO locale potrebbe trovarsi in difficoltà; se prima per diventare donatore era necessario iscriversi al sodalizio, oggi non lo è più. "I canali per diventare donatori ora sono molti. Anche dal punto di vista legislativo lo Stato si sta muovendo rendendo di fatto meno necessario il nostro intervento. In questo modo lo scopo dell'associazione è cambiato e va gestito: oggi l'AIDO non deve più occuparsi di trovare i donatori, quanto di dare risposte alle domande di coloro che lo sono già. Una volta iscritti in comune, o all'ASL, se questi ultimi avessero bisogno di ulteriori chiarimenti potrebbero rivolgersi a volontari impegnati; il che può dare una sensazione di fiducia maggiore".