Olginate: diritti e doveri delle unioni civili confronto grazie al comune e Cento Passi
Una "seconda scelta" di unione tra due persone legate da un legame effettivo (siano esse di sesso diverso o dello stesso), o un vincolo da equiparare al matrimonio per diritti e doveri, ma che rischia quindi di diventare una discriminante per le coppie omosessuali?
Questo il quesito fondamentale in merito alle unioni civili emerso durante la serata promossa dall'amministrazione comunale di Olginate in collaborazione con il Circolo culturale Cento Passi, che ha visto la partecipazione degli avvocati Claudia Morselli e Laura Rota e del notaio Daniela Riva.
Le tre relatrici hanno fornito una quadro interpretativo della normativa attualmente in vigore in Italia, che se da una parte ha fatto passi in avanti (con il decreto legislativo 154/2013 i figli "legittimi" cioè nati all'interno del matrimonio sono equiparati a quelli "naturali" cioè nati al di fuori di esso) è ancora ben lontana dal garantire ampi diritti alle coppie conviventi, eterosessuali e non.
L'incontro svolto a Olginate è solo una tappa di un percorso di approfondimento denominato "Diritti in comune", che ha promosso altri confronti sul testamento biologico e sullo Ius soli e cittadinanza. Le unioni civili, come ha spiegato il sindaco Rocco Briganti, sono fortemente presenti nel tessuto sociale attuale, ma non vanno trattate in maniera ideologica in modo che diventino un fattore discriminante per le coppie omosessuali.
"È inconcepibile che in uno stato di diritto come il nostro ancora non sia normata una situazione così ampiamente presente" ha spiegato l'avvocato Laura Rota. Attualmente la definizione di "unione civile", "famiglia di fatto", "unione di fatto" o "convivenza more uxorio" è così definita: Due persone, di sesso diverso o dello stesso sesso, non sposate né imparentate tra loro, che vivono in modo stabile e non occasionale, e instaurano un legame che ha rilevanza dal punto di vista giuridico, tanto che questa unione di fatto trova un riconoscimento in questo senso.
L'avvocato ha fornito alcuni esempi in cui la Cassazione ha riconosciuto la rilevanza giuridica delle coppie di fatto, estendendo tale definizione anche alle unioni omosessuali.
"La giurisdizione interpreta in modo flessibile la normativa sulla "famiglia", che deve essere stabile (la convivenza è continuativa e non occasionale) e in cui si condividono i valori e i modelli di vita. Ma ai conviventi non si applica l'articolo 143 del Codice civile" ha spiegato il legale. "Non ci sono quindi obblighi di fedeltà, assistenza morale e materiale, collaborazione e coabitazione, di mantenere e contribuire ai bisogni della famiglia. La giurisprudenza e il sentire comune hanno fatto passi avanti, ma da qui a delineare diritti e doveri di queste situazioni il percorso è ancora lungo".
Il Registro delle unioni civili, già istituito a Lecco e Mandello e su cui l'amministrazione olginatese si riserva una decisione futura in merito alle evoluzioni della normativa, ha valenza solo amministrativa ma non giuridica. Un anno fa Emanuele e Mirko, coppia olginatese omosessuale che intende sottoscrivere un contratto di convivenza, ha manifestato la sua volontà di iscriversi al registro a Olginate quando verrà istituito.
"Iscrivendosi si è considerati come "parenti prossimi" della persone con cui si vive, è aperto a persone italiane e straniere e a coppie etero e omosessuali, ed è possibile cancellarsi in caso di trasferimento o se viene meno il legame" ha spiegato l'avvocato Rota.
La collega Claudia Morselli ha illustrato il grande cambiamento introdotto con il decreto legislativo 154/2013. "Nell'interesse specifico dei minori, i figli legittimi sono stati equiparati a quelli naturali. Prima i bambini nati al di fuori del matrimonio, figli delle coppie conviventi, avevano come i parenti i genitori ma non gli altri, ad esempio nonni e zii, che giuridicamente per loro non esistevano" ha spiegato il legale. "Oggi con il concetto di "responsabilità genitoriale" la parentela dei figli è stata estesa ai parenti dei loro genitori. Molto diverso è il discorso sulle adozioni, che per le coppie omosessuali non sono consentite in Italia, e lo sono solo con determinate restrizioni per quelle di sesso diverso. In caso di morte di uno dei due, poi, possono sorgere determinati problemi, come quello legato alla casa. Se l'abitazione è della persona deceduta, l'altra non sarà messa alla porta subito (è comunque un "detentore qualificato"), ma se non ci sono figli e non è stato sottoscritto un testamento o un contratto di locazione, potrebbe doversene andare. In caso di decesso non si può ottenere la pensione di reversibilità né il Tfr".
Altro aspetto fondamentale è quello dell'assistenza sanitaria. "Se uno dei due conviventi si fa male ma è cosciente, può nominare come tutti una persona che sia suo "amministratore di sostegno". Ma se è incosciente e non l'ha fatto prima, potrebbe essere escluso dalle informazioni sanitarie riguardanti la persona amata" ha spiegato l'avvocato.
Il notaio Daniela Riva ha specificato ulteriormente questi aspetti, spiegando come sia possibile sottoscrivere un "patto di convivenza" che regoli i diversi aspetti patrimoniali relativi all'unione civile. "È possibile con esso cointestare i vari beni immobili e stabilire contrattualmente determinate regole di convivenza, come la suddivisione delle spese, o istituire un fondo patrimoniale a beneficio di uno dei due o di terzi" ha spiegato. "Tra gli aspetti personali si può sottoscrivere la facoltà di assistenza in caso di malattia, ottenendo una delega per conoscere lo stato di salute e le cure cui il convivente viene sottoposto. L'amministratore di sostegno può essere nominato con un atto pubblico o una scrittura privata autenticata da un notaio". Altro discorso è quello del testamento, in cui si può indicare il convivente come erede.
Altri presenti hanno sollevato l'obiezione che, se le unioni civili vengono equiparate per diritti e doveri al matrimonio, allora le coppie potrebbero sposarsi civilmente.
"Il matrimonio in Italia, per una serie di ragioni che si fondano sulla Costituzione e la religione, è e sarà sempre eterosessuale" ha commentato l'avvocato Laura Rota. "Per questo è importante che le unioni civili, tra sessi uguali o diversi, ottengano maggiori diritti. Per poter coesistere come valida alternativa".
Il confronto ha permesso ai presenti di riflettere su un tema che, anche nel lecchese, è fortemente presente ma ancora attende di essere regolamentato.
Questo il quesito fondamentale in merito alle unioni civili emerso durante la serata promossa dall'amministrazione comunale di Olginate in collaborazione con il Circolo culturale Cento Passi, che ha visto la partecipazione degli avvocati Claudia Morselli e Laura Rota e del notaio Daniela Riva.
Da sinistra il sindaco Rocco Briganti, gli avvocati Claudia Morselli e Laura Rota e il notaio Daniela Riva
Le tre relatrici hanno fornito una quadro interpretativo della normativa attualmente in vigore in Italia, che se da una parte ha fatto passi in avanti (con il decreto legislativo 154/2013 i figli "legittimi" cioè nati all'interno del matrimonio sono equiparati a quelli "naturali" cioè nati al di fuori di esso) è ancora ben lontana dal garantire ampi diritti alle coppie conviventi, eterosessuali e non.
L'incontro svolto a Olginate è solo una tappa di un percorso di approfondimento denominato "Diritti in comune", che ha promosso altri confronti sul testamento biologico e sullo Ius soli e cittadinanza. Le unioni civili, come ha spiegato il sindaco Rocco Briganti, sono fortemente presenti nel tessuto sociale attuale, ma non vanno trattate in maniera ideologica in modo che diventino un fattore discriminante per le coppie omosessuali.
"È inconcepibile che in uno stato di diritto come il nostro ancora non sia normata una situazione così ampiamente presente" ha spiegato l'avvocato Laura Rota. Attualmente la definizione di "unione civile", "famiglia di fatto", "unione di fatto" o "convivenza more uxorio" è così definita: Due persone, di sesso diverso o dello stesso sesso, non sposate né imparentate tra loro, che vivono in modo stabile e non occasionale, e instaurano un legame che ha rilevanza dal punto di vista giuridico, tanto che questa unione di fatto trova un riconoscimento in questo senso.
Rocco Briganti e Daniela Riva
L'avvocato ha fornito alcuni esempi in cui la Cassazione ha riconosciuto la rilevanza giuridica delle coppie di fatto, estendendo tale definizione anche alle unioni omosessuali.
"La giurisdizione interpreta in modo flessibile la normativa sulla "famiglia", che deve essere stabile (la convivenza è continuativa e non occasionale) e in cui si condividono i valori e i modelli di vita. Ma ai conviventi non si applica l'articolo 143 del Codice civile" ha spiegato il legale. "Non ci sono quindi obblighi di fedeltà, assistenza morale e materiale, collaborazione e coabitazione, di mantenere e contribuire ai bisogni della famiglia. La giurisprudenza e il sentire comune hanno fatto passi avanti, ma da qui a delineare diritti e doveri di queste situazioni il percorso è ancora lungo".
Il Registro delle unioni civili, già istituito a Lecco e Mandello e su cui l'amministrazione olginatese si riserva una decisione futura in merito alle evoluzioni della normativa, ha valenza solo amministrativa ma non giuridica. Un anno fa Emanuele e Mirko, coppia olginatese omosessuale che intende sottoscrivere un contratto di convivenza, ha manifestato la sua volontà di iscriversi al registro a Olginate quando verrà istituito.
"Iscrivendosi si è considerati come "parenti prossimi" della persone con cui si vive, è aperto a persone italiane e straniere e a coppie etero e omosessuali, ed è possibile cancellarsi in caso di trasferimento o se viene meno il legame" ha spiegato l'avvocato Rota.
La collega Claudia Morselli ha illustrato il grande cambiamento introdotto con il decreto legislativo 154/2013. "Nell'interesse specifico dei minori, i figli legittimi sono stati equiparati a quelli naturali. Prima i bambini nati al di fuori del matrimonio, figli delle coppie conviventi, avevano come i parenti i genitori ma non gli altri, ad esempio nonni e zii, che giuridicamente per loro non esistevano" ha spiegato il legale. "Oggi con il concetto di "responsabilità genitoriale" la parentela dei figli è stata estesa ai parenti dei loro genitori. Molto diverso è il discorso sulle adozioni, che per le coppie omosessuali non sono consentite in Italia, e lo sono solo con determinate restrizioni per quelle di sesso diverso. In caso di morte di uno dei due, poi, possono sorgere determinati problemi, come quello legato alla casa. Se l'abitazione è della persona deceduta, l'altra non sarà messa alla porta subito (è comunque un "detentore qualificato"), ma se non ci sono figli e non è stato sottoscritto un testamento o un contratto di locazione, potrebbe doversene andare. In caso di decesso non si può ottenere la pensione di reversibilità né il Tfr".
Altro aspetto fondamentale è quello dell'assistenza sanitaria. "Se uno dei due conviventi si fa male ma è cosciente, può nominare come tutti una persona che sia suo "amministratore di sostegno". Ma se è incosciente e non l'ha fatto prima, potrebbe essere escluso dalle informazioni sanitarie riguardanti la persona amata" ha spiegato l'avvocato.
Il notaio Daniela Riva ha specificato ulteriormente questi aspetti, spiegando come sia possibile sottoscrivere un "patto di convivenza" che regoli i diversi aspetti patrimoniali relativi all'unione civile. "È possibile con esso cointestare i vari beni immobili e stabilire contrattualmente determinate regole di convivenza, come la suddivisione delle spese, o istituire un fondo patrimoniale a beneficio di uno dei due o di terzi" ha spiegato. "Tra gli aspetti personali si può sottoscrivere la facoltà di assistenza in caso di malattia, ottenendo una delega per conoscere lo stato di salute e le cure cui il convivente viene sottoposto. L'amministratore di sostegno può essere nominato con un atto pubblico o una scrittura privata autenticata da un notaio". Altro discorso è quello del testamento, in cui si può indicare il convivente come erede.
Claudia Morselli e Laura Rota
Diversi gli interventi al termine della presentazione. A partire dal sindaco, anch'egli parte di una unione civile. "Trovo assurdo che non si possano ampliare i diritti delle coppie che non scelgono il matrimonio. La condizione dei figli è stata normalizzata solo nel 2013, oggi se uno dei due muore molti diritti sono ancora negati" ha commentato Rocco Briganti. "Il concetto di "famiglia" non ha nulla a che vedere con il sesso, si tratta di persone unite da un vincolo affettivo e che vivono nella stessa casa. Il concetto di unione civile non deve diventare discriminante a svantaggio delle coppie omosessuali, non deve essere qualcosa di "confezionato" per loro, ma una scelta alternativa al matrimonio a disposizione di tutte le coppie. Per tutelare il loro rapporto con una formula diversa dal matrimonio".Altri presenti hanno sollevato l'obiezione che, se le unioni civili vengono equiparate per diritti e doveri al matrimonio, allora le coppie potrebbero sposarsi civilmente.
"Il matrimonio in Italia, per una serie di ragioni che si fondano sulla Costituzione e la religione, è e sarà sempre eterosessuale" ha commentato l'avvocato Laura Rota. "Per questo è importante che le unioni civili, tra sessi uguali o diversi, ottengano maggiori diritti. Per poter coesistere come valida alternativa".
Il confronto ha permesso ai presenti di riflettere su un tema che, anche nel lecchese, è fortemente presente ma ancora attende di essere regolamentato.