Colico: due morti dopo un festino, assolta la ragazza accusata di aver ceduto 'droga'

 

Le due giovani vittime
Non è stata raggiunta la prova. Nel primo pomeriggio odierno il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano ha assolto dalle accuse di "cessione di sostanza stupefacente" e "morte quale conseguenza di altro delitto", Eala Della Morte, la 21enne valtellinese finita a processo dopo il decesso degli amici Daniel Ghedin, 19enne originario di Sorico (Como) e Riccardo Micheli, 18 anni, di Piantedo (Sondrio) trovati esanimi il 26 aprile 2020, in piena emergenza coronavirus, in un appartamento di Via Nazionale a Colico, a poche ore da un festino a base di alcool e droga, al quale avevano preso parte anche l'imputata.
Il 14 settembre scorso, nel rassegnare le proprie conclusioni il sostituto procuratore Paolo Del Grosso aveva chiesto la condanna della ragazzina a tre anni e sei mesi. Secondo la tesi della Procura sarebbe stata proprio la 21enne a ''passare'' a due conoscenti il metadone che, consumato mischiato ad altro, ne ha provocato poi la morte. Sulla base degli elementi e dalle testimonianze raccolti dai carabinieri del comando provinciale di Lecco, le boccette trovate nell'appartamento andrebbero infatti ricondotte proprio alla ragazza classe 2000, già in cura al SerT proprio per problemi di tossicodipendenza e "beneficiaria" dunque della sostanza, in quel periodo fornita con minor frequenza e dunque in maggior quantità tutta insieme dalla struttura sondriese presso il quale era assistita, per evitare assembramenti e spostamenti in fase di lockdown. Non negando che a ricevere l'oppioide sintetico fosse stata la loro assistita, i difensori di Eala, gli avvocati Manuela Ghezza e Marcello Perillo, avevano chiesto, in prima battuta, che il rito abbreviato fosse condizionato all'esame dattiloscopico delle boccette, probabilmente per sconfessare la teoria seconda la quale la sondriese avrebbe avuto un ruolo attivo nel cedere il metadone ai due amici. Un'istanza parzialmente rigettata dal giudice, che aveva unicamente ammesso l'imputata al rito, considerando tuttavia la condizione posta dalla difesa non decisiva ai fini dell'accertamento della penale responsabilità della stessa.
Già nel corso della discussione dello scorso 14 settembre, non erano mancati attimi di tensione e di commozione durante la lunga udienza, con le madri delle giovani vittime - costituite con le rispettive famiglie parti civili - uscite dall'aula durante la discussione dei legali della 21enne, che si erano battuti per l'assoluzione, cercando di smontare il quadro accusatorio contestatole. Anche quest'oggi la lettura del dispositivo della sentenza è stata accolta con sconforto dai parenti di Daniel e Riccardo presenti in Tribunale. Assente anche in questa occasione Eala, mai comparsa in Aula se non a fine marzo ma per altra causa, essendo stata arresta con un altro giovanotto, con l'accusa di furto aggravato, per un'altra vicenda avvenuta ancora una volta fra Colico e la provincia sondriese. In quell'occasione aveva patteggiato un anno e 300 euro di multa. Oggi invece l'assoluzione che ha chiuso - almeno in primo grado - il doloroso capitolo della morte dei due giovanissimi amici.

 

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