Valmadrera: trattori in corteo per la Festa del Ringraziamento, tradizione da 70 anni

Una pioggia incessante ha fatto da sfondo, questa mattina, alla Festa del Ringraziamento, la tradizionale iniziativa con la quale la comunità di Valmadrera rende omaggio al mondo agricolo e ai suoi protagonisti, esprimendo riconoscenza per i doni della terra e per tutto quanto offerto dalla natura.

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Un momento, questo, che si ripete da oltre settant'anni, come ha ricordato il presidente del Gruppo Volontari di Sant'Isidoro Massimo Cariboni prima della partenza del corteo dei trattori che, da via Fatebenefratelli, ha attraversato via Roma per poi raggiungere il Monumento ai Caduti per la deposizione di una corona di alloro, con un pensiero particolare a Riccardo Villa e a tutti i lavoratori agricoli ormai defunti.

"Da oltre sette decenni questa è una giornata significativa per tutti coloro che operano nei campi e allevano bestiame, è il momento di esprimere la riconoscenza a Dio Creatore per i doni della terra" ha esordito Cariboni, affiancato dal sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi con diversi componenti della Giunta.

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"Più di un anno fa siamo stati costretti a chiuderci in casa e a sospendere tutte le attività non indispensabili. Quasi tutto si è fermato, ma non il mondo dell'agricoltura, perchè tutti avevamo bisogno dell'essenziale, del cibo per continuare a vivere. E non dobbiamo dimenticare che molti produttori locali si sono attrezzati per portare alimenti a domicilio. Allora oggi la Festa del Ringraziamento ha un senso in più: infondere la dovuta attenzione a questo settore primario e fondamentale anche per la nostra economia. Celebriamo questa giornata guardando con fiducia al futuro".

Il sindaco Antonio Rusconi

A prendere la parola dinnanzi al Monumento ai Caduti è stato invece il primo cittadino, in fascia tricolore. "I nostri genitori e nonni hanno sempre avuto molto a cuore questa festa, eppure erano tempi più difficili, di guerre e malattie: noi ci lamentiamo molto di più, mentre loro avevano l'idea che non tutto era scontato, pertanto il loro ringraziamento teneva conto delle nostre fragilità di uomini e donne" ha dichiarato Antonio Rusconi.

Massimo Cariboni

"Il loro duro lavoro aveva uno scopo ben preciso: i contadini che ho conosciuto erano molto orgogliosi del loro mestiere, erano contenti di farlo. Di recente mi è capitato di ascoltare una famosa storia. Un pellegrino si trova in una cava, dove uno spaccapietre gli racconta - non senza un filo di rabbia - del suo lavoro, un lavoro terribile che lo occupa giorno e notte; passa poi da un secondo uomo, che alla stessa domanda relativa alla sua presenza in quel luogo gli risponde di essere felice di avere uno scopo, di poter mantenere la sua famiglia grazie ai suoi sforzi. Il pellegrino ne raggiunge poi un terzo, che vede sorridente nonostante il sudore e la fatica. Gli chiede: "Che cosa fai, spaccapietre?", e lui, puntando il dito verso l'alto, gli dice: "Sto dando il mio contributo per costruire una cattedrale". Che cosa significa tutto ciò? I nostri nonni ci hanno insegnato che hanno lavorato la terra con un obiettivo, sapendo di poter far crescere la propria famiglia, un valore importante che serviva per qualcosa di più grande. Penso sia un insegnamento valido ancora oggi, e che i giovani che hanno appena cominciato a fare questo come professione siano un segno di speranza per tutti noi. Grazie, quindi, a Massimo e a tutti coloro che hanno collaborato per questa giornata".

La benedizione di don Isidoro

Dopo la benedizione ai mezzi da parte di don Isidoro Crepaldi, la festa si è dunque avviata verso la conclusione con la Messa in chiesa: durante l'Offertorio sono stati presentati all'altare alcuni frutti del lavoro agricolo dei valmadreresi, che sono stati poi messi in vendita a favore delle opere parrocchiali.
B.P.
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