Calolzio celebra San Martino, un 'patrono moderno' che ci ricorda cosa vuol dire essere potenti

Calolzio e la Valle che porta il suo nome celebrano oggi, 11 novembre, il patrono, San Martino. Nel ricco cartellone di appuntamenti, anche “laici”, costruito attorno a tale data, la messa odierna è indubbiamente il cardine degli eventi religiosi in programma.

Don Giancarlo, mons. Davide Pelucchi e don Antonio

La funzione solenne, alla presenza dei sindaci Marco Ghezzi (Calolzio) e Paolo Lozza (Vercurago) nonché del Presidente della Comunità Montana Carlo Greppi, è stata presieduta da monsignor Davide Pelucchi, vicario generale della diocesi di Bergamo, affiancato all'altare dall'arciprete don Giancarlo Scarpellini, da don Antonio Vitali parroco di Foppenico e Sala nonché da una rappresentanza dei sacerdoti del territorio.

Per l'incipit della propria omelia, tutta basata sul concetto di potenza, il celebrante è tornato alla memoria all'11 ottobre 1962, giorno in cui si aprì il Concilio Vaticano II. "Stava anche per scoppiare la terza guerra mondiale" ha ricordato, con riferimento alla crisi cubana, "generata dal fatto che, aerei americani, sorvolando l'isola, avevano fotografato rampe di lancio di missili che avrebbero potuto colpire gli USA. I sovietici poi stavano già portando altre armi". Citato così il braccio di ferro tra le due superpotenze di allora, con la situazione non deflagrata solo per l'intervento di "un terzo uomo, ancora più potente". Il Papa.

L'effige di San Martino

"Tra il 24 e il 25 ottobre passò la notte alternando momenti di preghiera e di scrittura di quella lettera in cui invocava pace, pace, pace. In questi giorni fu l'uomo più potente della terra pur non avendo eserciti ma la potenza dell'amore. Oggi, mentre festeggiamo San Martino, troviamo in lui le stesse caratteristiche che ebbe Giovanni XXIII: il potere della misericordia, della carità e dell'amore" ha sostenuto, raccontando dunque ai numerosi fedeli presenti, la storia del Vescovo di Tours, diventato tale dopo aver lasciato la strada tracciata per lui dal padre e dall'imperatore di Roma che lo volevano a tutti i costi nell'esercito.

"Arruolatosi" a 15 anni per editto imperiale - tutti i figlio di reduci avrebbero dovuto indossare l'uniforme - per "per 25 anni fece la carriera militare, diventando potente, potendo disporre anche di un cavallo e di uno schiavo, che trattava però come un fratello o un amico. Poi a 40 anni decise di fare il monaco, di mettersi al servizio del Vangelo" ha proseguito monsignor Pelucchi, soffermandosi anche sull'espressione "Dio onnipotente" recitata a più riprese nel corso di ogni messa per poi concludere rispondendo alla domanda "cosa insegna a noi San Martino nel 2021? I veri potenti sono i genitori. La potenza consiste nel generare, chi uccide è debole. La potenza evangelica è dare a un altro la potenza di potere... San Martino è un patrono moderno" ha continuato.

"Abbiamo bisogno di qualcuno che ci illumini e ci faccia capire in cosa consiste la potenza. San Martino ci ricorda che la famiglia è forte quando si prende cura di anziani, malati e disabili. Che la comunità parrocchiale è forte quando si prende cura degli ultimi. Una amministrazione comunale è forte quando si prende cura dei deboli". Da qui l'invito a fare motto dell'espressione "Tuo il Regno, tua la potenza e la Gloria dei secoli".
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