Ancora al punto di partenza il processo al moldavo inseguito dall'agente Pischedda prima di morire

Francesco Pischedda
Se ne riparlerà solo a giugno 2022, quando saranno passati oltre cinque anni dal fatto. Non riesce proprio a decollare il processo a carico di Veaceslav Florea, il moldavo - oggi 29enne – che la notte a cavallo tra il 2 e 3 febbraio 2017 si buttò da un cavalcavia della ss36, a Colico, seguito a ruota dall'agente della Polstrada di Bellano Francesco Pischedda, poi spirato per le conseguenze di quel volo nel vuoto da un'altezza decisamente superiore a quanto, con ogni probabilità, fuggiasco e inseguitore si aspettassero. Resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione le ipotesi di reato ascritte dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso a lui e a due complici, due connazionali, identificati dalla Squadra Mobile nell'agosto 2017 ma mai rintracciati. I tre stranieri, secondo la ricostruzione degli inquirenti, nella notte nera per la Polizia lecchese, "palettati" per un normale controllo, mentre viaggiavano a bordo di un Fiorino risultato rubato a Gorgonzola, invece di arrestare la marcia si resero protagonisti di un rocambolesco inseguimento lungo la ss36, culminato con uno schianto. Dal mezzo scesero in prima battuta due individui, rincorsi da altrettanti colleghi di Pischedda, lasciato invece a "piantonare" il furgone da cui improvvisamente saltò poi fuori il terzo occupante - Florea – gettatosi nel tempo di un amen dal cavalcavia. Alle sue spalle il giovane agente. Devastante l'atterraggio sull'asfalto di via Chiarello. A comporre il numero unico per le emergenze furono i residenti, richiamati in una notte di pioggia, dalle urla dei due feriti. La prima ambulanza portò il moldavo all'ospedale Manzoni, dove i medici gli salvarono la vita; Pischedda, invece, dovette attendere a lungo l'arrivo in posto di un secondo mezzo che lo trasferì a Gravedona dove, valutate le sue condizioni, la struttura si rivelò non in grado di affrontare l'emorragia addominale in corso. Andato a vuoto il tentativo di far levare in volo l'elisoccorso per le condizioni meteo avverse non rimase altro che avviare una disperata corsa su ruota verso Lecco, dove il poliziotto arrivò però esanime.
Archiviato il fascicolo incentrato su eventuali errore nella catena dei soccorsi, è stato mandato avanti solo quello relativo alla posizione di Florea, rimasto in coma fino ai primi giorni di marzo 2017 per poi essere consegnato, non appena le sue condizioni di salute lo hanno permesso, alle autorità austriache. Sul giovanotto, irregolare sul territorio italiano e già noto alle forze dell'ordine con diversi alias, pendeva infatti un mandato di cattura internazionale per essersi reso responsabile, Oltralpe, di una serie di furti e rapine. E dietro le sbarre, in Austria, parrebbe trovarsi ancora oggi, come emerso nel corso dell'udienza oggi celebrata dinnanzi al dr. Paolo Salvatore sul cui tavolo è arrivato lo stralcio relativo alla posizione del solo 29enne, stralcio operato per sanare un difetto di notifica emerso nel corso della precedente seduta celebrata al cospetto della collega Giulia Barazzetta che aveva disposto invece nuove ricerche in riferimento agli altri due imputati, mai trovati, aggiornando per loro la causa al 14 giugno 2022. Oggi la decisione di riunire la questione, visto che di fatto, si è comunque ancora al punto di partenza per tutti e per quella data Florea dovrebbe tornare uomo libero, avendo finito di espiare la pena irrogata a suo carico dall'Austria. Perchè la Giustizia italiana faccia il suo corso, invece, ci vorrà (ancora) tempo.
A.M.
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