Galbiate: per il 4 Novembre un omaggio speciale alle donne e tanti 'grazie'

Sono stati numerosi i partecipanti alle celebrazioni per il 4 Novembre, Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, organizzate questa mattina a Galbiate. Il corteo - composto dai labari di molte associazioni di volontariato e dalle autorità, con il primo cittadino Piergiovanni Montanelli e il vice sindaco di Pescate Miriam Lombardi, entrambi in fascia tricolore - ha toccato i monumenti nelle varie frazioni di Sala al Barro, Bartesate e Villa Vergano, per concludersi con la Messa e il tradizionale discorso commemorativo in centro.




A prendere la parola per primo è stato proprio il borgomastro di Galbiate, che ha richiamato la figura di Maria Bergamas, chiamata a scegliere la bara del Milite Ignoto: tra i temi toccati, una particolare attenzione è stata riservata alle figure femminili, nella storia e ai giorni nostri.


Al centro il sindaco Piergiovanni Montanelli



"Oggi celebriamo la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, nonchè il centenario della traslazione del Milite Ignoto" ha dichiarato Montanelli. "L'anonimato di quella salma ha saputo trasformare il dolore del singolo in un lutto collettivo, di tutti. Ricordiamo anche la donna che ha avuto l'onore e l'onere di scegliere tra undici la bara del Milite Ignoto: Maria Bergamas, a cui la guerra ha portato via il figlio Antonio, diventa così la sua madre spirituale, simbolo di tutte quelle donne a cui il conflitto ha strappato un erede. Il nostro pensiero va a tutte le mamme, sorelle, fidanzate che hanno perso i loro cari in guerra. Le ricordiamo con un gesto simbolico, la posa da parte delle bambine, ragazze, madri e donne tutte della nostra comunità di una rosa accanto alla corona del 4 Novembre".




La cerimonia è poi proseguita con la riflessione dell'assessore Franco Limonta: "La Giornata dedicata alla Festa dell'Unità Nazionale ricorda la vittoria delle forze dell'Intesa contrapposte agli Imperi Centrali in una guerra dalle distruzioni e devastazioni tali da gettare per lunghi anni l'intero continente europeo nell’abisso più profondo, come mai era accaduto prima, nella lunga storia dell’umanità" ha dichiarato quest'ultimo. "Centotrè anni orsono, le battaglie del Piave, fiume divenuto simbolo per il sacrificio di molti italiani, segnarono la volontà di risposta di uomini duramente provati dagli anni trascorsi nelle trincee, eppure, quando tutto sembrava perduto, il Paese trovò, proprio lì e sul fronte interno, le energie per riprendersi e capovolgere le sorti del conflitto. I duri scontri sul Grappa, sul Piave, l’azione di Premuda e poi l’epilogo di Vittorio Veneto narrano una storia della quale gli italiani devono essere orgogliosi. Militari, ragazzi di 18-20 anni, provenienti da ogni contrada d’Italia, uniti sotto il Tricolore, avevano, con grande forza, portato a compimento il tanto sospirato sogno risorgimentale; Trento e Trieste erano ricongiunte alla madrepatria".




"Rendiamo omaggio alle donne, che sulle proprie spalle hanno portato il fardello più grande" ha proseguito Limonta. "Madri, spose, sorelle e fidanzate presero il posto di chi partiva per il fronte, per sopravvivere e mandare avanti il Paese. In troppi casi, attesero invano il ritorno dei propri cari e ancora oggi, troppo spesso, sulle loro spalle, grava la responsabilità della famiglia perchè pare che qualche uomo, se così lo vogliamo definere, ritiene la donna che le è a fianco merce propria, della quale ritiene opportuno fare ciò che vuole, anche ucciderla. I numeri parlano chiaro: 112 femminicidi nel 2020, 111 nel 2019, 133 nel 2018. Rivolgo dunque un messaggio a tutti gli uomini ricordando loro che siamo tutti nati da una donna: nella Bibbia è scritto che la donna è stata tratta da una costola dell’uomo, quindi al di sotto del braccio e vicino al cuore, per amarla e proteggerla".


L'assessore Franco Limonta




E ancora: "Ricorrono inoltre 23 anni dalla legge numero 380, che apriva alle cittadine italiane l’arruolamento nelle Forze Armate, con un eccellente contributo alle capacità del nostro Paese in materia di difesa. Oltre a ricordare i tanti giovani caduti nella Prima Guerra Mondiale, saluto i tanti ragazzi di oggi che si impegnano per far grande la nostra Nazione in vario modo, siete il nostro futuro! Mi permetto di ricordare che l’Unità deriva in primo luogo dalle Istituzioni Repubblicane che sono nate con la Costituzione: questo patrimonio - che consiste in Sanità, Scuola, Polizia Locale, Forze dell’Ordine, Comune, Regione, Stato - deve essere tutelato da tutti noi. Bisogna avere estremo rispetto e attenzione per chi serve lo Stato con dignità e onore per il bene di tutti. La pandemia da Coronavirus deve averci insegnato che ci si salva solo se stiamo uniti, se capiamo che tutti siamo parte del problema e tutti siamo responsabili della sua soluzione. Colgo infine l’occasione per ringraziare sempre di cuore tutti gli operatori sanitari e socio-assistenziali, i medici, il personale delle Istituzioni pubbliche, le forze dell’ordine, tutto il corpo docente e gli educatori, i volontari e tutti coloro che si sono e si stanno adoperando per il contenimento del Coronavirus. A loro va il nostro pensiero e la nostra gratitudine per lo sforzo quotidiano nel fronteggiare questa ulteriore prova. Siamo con voi e vi vogliamo bene! E con loro bisogna anche ringraziare tutti coloro che, nonostante il Covid, continuano a lavorare sostenendo il peso di mandare avanti i servizi, le filiere commerciali e industriali in questo clima di difficoltà: anche questa è la forza della nostra grande Patria. Impegno e responsabilità siano i presupposti per costruire il futuro; perché l’Italia la facciamo noi, giorno dopo giorno. Viva l’Italia, viva la Repubblica e viva le Forze Armate".
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