Olginate, 4 Novembre: 'dobbiamo rendere onore al Milite Ignoto con la quotidianità'

Lo scorso anno il mordere della pandemia, di quella che era stata etichettata come la seconda ondata, aveva costretto a rinunciare alla cerimonia. Oggi la celebrazione del 4 Novembre è tornata invece, in quel di Olginate, a farsi corale, con tanto di corteo partito in mattinata dal vecchio palazzo municipale e snodatosi poi fino al cimitero.

In testa una delegazione di alunni della scuola primaria, con tanto di bandiere tricolore sventolate festosamente marciando per il centro paese, con alle spalle il premiato corpo musicale Donizetti di Calozio e una nuvola di vessilli delle associazioni combattentistiche e dei sodalizi attivi in paese, oltre ovviamente alle Autorità e ai semplici cittadini intervenuti per l'occasione.

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Come ricordato dall'agente Fabrizio Malighetti, nelle vesti di cerimoniere, quest'oggi si ricorda, con qualche giorno di ritardo rispetto alla data canonica, la Festa dell'Unità nazionale.
Nel primo 4 Novembre post pandemico il pensiero non può che correre a tutti coloro ed in particolare ai volontari che durante l'emergenza sanitaria hanno concretamente dato prova di Unità nazionale, spendendosi per gli altri.

Il sindaco Marco Passoni

Oggi, poi, come ricordato dal sindaco Marco Passoni, si ricordano anche i cento anni dalla tumulazione del Milite Ignoto presso l'Altare della Patria. “Da quel giorno è diventato un simbolo dell'Unità nazionale, quella di un popolo fatto di contadini, operai, gente comune che amava la libertà e voleva dimenticare la Grande Guerra. L'anonimato della salma ha saputo trasformare il dolore del singolo in dolore collettivo, il lutto personale nel lutto di tutti. Oggi è il giorno del ricordo, un giorno in cui rendiamo onore ai nostri caduti. Permettetemi però di dire che qualche ricorrenza segnata sul calendario non è sufficiente a far sì che il ricordo diventi qualcosa di più. Con la nostra vita quotidiana dobbiamo rendere onore al milite ignoto per tutto ciò che rappresenta” ha affermato con convinzione il borgomastro in fascia tricolore dinnanzi a tutti i partecipanti alla cerimonia.

“Gli rendiamo onore ogni giorno se ci assumiamo le nostre responsabilità invece di continuare a incolpare gli altri per giustificare il nostro menefreghismo e le nostre mancanza. Gli rendiamo onore ogni giorno se ci impegniamo a costruire una comunità accogliente e solidale. Gli rendiamo onore ogni giorno se ci rifiutiamo di credere che la normalità siano l'illegalità, l'egoismo e l'ingiustizia. Gli rendiamo onore ogni giorno se rispettiamo il territorio in cui viviamo. Gli rendiamo onore ogni giorno se ci assumiamo la responsabilità di ricostruire quel senso di comunità che ci permetterà di costruire il bene comune. Gli rendiamo onore ogni giorno se certe volte prima di parlare o scrivere ci fermiamo un attimo a pensare perché non solo le armi fanno male ma anche le parole. Gli rendiamo onore ogni giorno se siamo in grado di far nascere dentro di noi la pace. E la pace dentro di noi può nascere se difendiamo sempre la dignità delle persone, se aiutiamo che ha un passo diverso, se incrementiamo le nostre conoscenze per costruire una società migliore di quella che i nostri padri ci hanno lasciato. Lasciatemi concludere – ha chiosato poi, introducendo l'altro “oggetto” della ricorrenza odierna - con un pensiero alle forze armate, uomini e donne, che operano sul nostro territorio e all'estero, impegnate oggi più che mai in un'intesa attività di rete volta a supportare i cittadini nella loro quotidianità, a garantire la legalità e il rispetto dei diritti umani per tutti. Grazie ancora a tutti voi qui presenti, viva l'Italia e viva la Repubblica”.

Ad allietare la manifestazione, oltre alla banda, il Coro Ana dell'Adda e, come già anticipato, una classe della scuola primaria. Gli alunni al cimitero hanno srotolato un cartellone, proponendo le loro riflessioni sul tema della giornata. Per ricordare agli adulti che la guerra è brutta, sempre.

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A.M.
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