Lecco: via libera all'alienazione di via Marco d'Oggiono. L'operazione nuovo Comune spacca la maggioranza

L'ex sede del Politecnico in via Marco d'Oggiono
L’iter per l’individuazione di una nuova sede municipale per il Comune di Lecco è ufficialmente partito, con l’approvazione martedì sera da un lato del nuovo Piano triennale delle alienazioni, che non contempla più la vendita dello stabile di via Sassi per lasciare invece il posto a quello di via Marco D’Oggiono, e dall’altro delle relative variazioni al bilancio di previsione triennale. Voto favorevole che però ha dovuto fare a meno del sostegno di tre dem - la presidente del Consiglio comunale Francesca Bonacina, Giovanni Tagliaferri e l’ex assessore Clara Fusi - oltre che con la pioggia di critiche provenienti da tutte le forze di opposizione e anche con una mozione d’ordine.

È stato il sindaco Mauro Gattinoni, nell’introdurre il dibattito, a ribadire le motivazioni che hanno orientato la giunta a mettere da parte il percorso avviato dall’amministrazione Brivio che prevedeva la ristrutturazione dell’ex stabile del Politecnico per trasferirvi gli uffici comunali, con il mantenimento di palazzo Bovara come sede istituzionale. “Servono nuovi spazi per lavorare, per dare servizi ai cittadini, per l’esercizio della democrazia, e l’opzione di via Marco D’Oggiono impone una seconda sede con costi aggiuntivi non trascurabili. Questo ci ha spinti a pensare che l’operazione non sia ottimale. A fronte di questo quadro abbiamo voluto valutare se con un ordine di grandezza economico e temporale simile ci fosse un’alterativa più razionale ed efficiente con guadagni dal punto di vista operativo e dell’erogazione di servizi. Le risorse aggiuntive che possono arrivare con il PNRR e dalla rigenerazione urbana offrono scenari fino ad oggi impraticabili, e il percorso per aprire un’indagine pubblica volta all’individuazione di una nuova casa comunale è una scelta politica doverosa”.
È stata invece l’assessore ai Lavori pubblici Maria Sacchi ad illustrare la delibera con la quale si è variato il piano di alienazione approvato lo scorso gennaio: “Viene stralciato l’edificio di via Sassi e il suo valore stimato di 3,5 milioni di euro, in quanto per il momento servirà ancora per gli uffici comunali che lì hanno sede”. È stato invece inserito lo stabile di via Marco D’Oggiono, con una contestuale variazione della destinazione urbanistica: se oggi l’edificio è adibito a servizi amministrativi e istituzionali, sarà classificato in zona zonata A1, con destinazione mista e con la possibilità di un incremento volumetrico fino al 20%. La cifra proposta per l’acquisto è di 6,2 milioni, per coprire oltre che il costo effettivo sostenuto da Palazzo Bovara, anche quello per la compravendita. L’assessore al Bilancio Roberto Pietrobelli ha poi spiegato come l’operazione influirà sul bilancio di previsione triennale: “Ci saranno 3,5 milioni di minori entrate per la mancata alienazione di via Sassi e altrettanti per il mutuo che era previsto per la ristrutturazione di via Marco d’Oggiono. Naturalmente ci saranno quindi minori uscite per la riqualificazione dell’ex Politecnico per otto milioni e maggiori entrate per la sua alienazione e per i nuovi mutui, per un totale di oltre sette milioni di euro”.

Uno degli ambienti della sede di via Marco d'Oggiono
Tutta politica l’opposizione di Corrado Valsecchi, portavoce di Appello per Lecco: “L’argomento è delicato e imprevisto, perché nessuno ha mai sentito accennare a questo cambio di destinazione del nuovo municipio che era stato scelto all’’unanimità dalla scorsa consiliatura. Se lei avesse messo nel suo programma elettorale questa possibilità - ha detto rivolto a Gattinoni -, Appello per Lecco non l’avrebbe mai sostenuta e oggi starebbe con uno sparuto gruppo di consiglieri sui banchi dell’opposizione. L’operazione che vi apprestate a fare è un gioco d’azzardo, condizionato da relazioni recenti e pericolose, che rischiano di impantanare il Comune per anni, di mettere a rischio giovani e inconsapevoli consiglieri comunali e di costare caro alla collettività e ai contribuenti. Votiamo peraltro su una delibera che ha già il percorso costruito, deve esserci un motivo altro per imporre una scelta del genere. Noi depositeremo una memoria in autotutela presso le autorità competenti per il bene della città”.
Il tema della responsabilità che si assumerebbero gli amministratori con questo voto è tornato più volte. Emilio Minuzzo ha innanzitutto criticato le modalità con le quali si è arrivati a questo voto: “Noi saremmo i rappresentanti dei cittadini e che il sindaco ci legga quello che ha scritto nella sua newsletter del venerdì prima è una mancanza di rispetto, non siamo messi nella condizione di rappresentare i cittadini”. Entrando nel merito il forzista ha sottolineato che “le dichiarazioni fatte in commissione e sui comunicati stampa non risultano in nessun atto, e che buttare numeri alla carlona su un tema come questo non ha senso”. Minuzzo ha poi posto l’attenzione sui pareri di regolarità tecnica rilasciati dai dirigenti: “Sono favorevoli, ma segnalano anche che molti interventi strutturali e rilevanti per la sicurezza di palazzo Bovara e di via Sassi non sono stati compiuti nella prospettiva del trasferimento, e che quindi c’è un concreto rischio che emergano aspetti rilevanti dal punto di vista delle responsabilità civili e penali che in precedenza mai avevano assunto rilievo in questa sede”. Nell’annunciare il suo voto contrario Forza Italia ha infine definito questo un “progetto faraonico che rischia di diventare devastante”. Anche Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia ha sottolineato il tema delle responsabilità alle quali sarebbero andati incontro dirigenti e amministratori, chiedendo di rinviare al prossimo consiglio comunale il voto per approfondire gli aspetti di naturale legale “e prendere una decisione in materia serena”.

Sollecitato anche da altri consiglieri comunali, è stato il segretario Sandro De Martino a fornire un chiarimento in diretta: “I profili di responsabilità dal punto di vista dell’attività amministrativa possono essere di tipo amministrativo-contabile, quindi civile, e penale, che è sempre personale. Se non ci sono le condizioni per porre in capo ad un soggetto quelle responsabilità, in questo caso il datore di lavoro non ha responsabilità penali, che quindi non ci sono nemmeno per chi lo ha posto nelle condizioni di averle  - dunque i dirigenti -. L’organo collegiale - il consiglio comunale - prevede che la responsabilità amministrativa sia in capo a chi esprime il voto favorevole, così come i dirigenti sono responsabili anch’essi quando esprimono un parere positivo. Per tornare a queste delibere il parere è favorevole, se ci fossero stati rischi di danno sarebbe stato negativo. In questo momento non può esserci danno dal punto vista amministrativo contabile, perché si tratta di atti pianificatori. Nelle fasi successive non lo sappiamo, ma se arriverà una proposta sarà vagliata affinché non determini danno”. “È la prima volta in quest’aula che il segretario generale deve tranquillizzare i consiglieri che esprimono un voto, siamo sul filo del rasoio” ha commentato la capogruppo della Lega Cinzia Bettega aggiungendo che si tratta di una delibera “presentata in fretta e furia” che non tiene nemmeno conto di quale sarà il futuro di Palazzo Bovara, uno dei pochi edifici storici della città, con il collega Stefano Parolari che ha chiesto come mai non si sia voluto intraprendere una manifestazione di interesse parallela al procedimento in corso al posto di interromperlo.

Passando all’aspetto economico di questa operazione il gruppo di Lecco ideale si è chiesto se questa sia una scelta giusta: “È un tema difficile da trattare in una seduta, dopo una settimana in cui si è affrontato con una commissione - ha detto Filippo Boscagli -. L’esperienza di via Roma ci dice di non affidarci alle alienazioni per operazioni così onerose. Il nuovo palazzo costerà almeno 25 milioni, come possiamo valutare gli aspetti tecnici ed economici in una settimana? Questo acquisto rischia di imporci anni e anni di mancati investimenti. Noi ci chiediamo solo: perché?”. Anche Antonio Rossi ha sottolineato come ovunque si facciano “acrobazie per fare quadrare il bilancio” mentre l’amministrazione lecchese impegni decine di milioni di euro: “Fate marcia indietro e rimandate questa delibera per convincerci che il Comune è luogo del dibattito e delle scelte, e non il regno delle decisioni al chiuso e dei comunicati stampa”. Peppino Ciresa ha invece posto l’attenzione sulla razionalizzazione delle spese, che come indicato dal parere dei revisori contabili questa operazione richiederà nel corso degli anni: “È un azzardo troppo rischioso”. Anche Simone Brigatti ha insistito su questo tema: “Già con questa variazione al bilancio andiamo a diluire o a rimandare le spese per la città, questa decisione mette in difficolta il Comune adesso che parliamo di stime, chissà poi”.

Il sindaco e la sua amministrazione - almeno quelli presenti - sono rimasti sulle loro posizioni: “Si tratta di scelte politiche non banali che hanno bisogno di essere credibili, e solo con una posizione netta è credibile una amministrazione che cerca un’alternativa. Fermando l’ipotesi di via Marco D‘Oggiono siamo credibili e queste due delibere rendono insieme la nostra proposta seria. Chiediamo due mesi in cui il Comune con atti e trasparenti e pubblici valuterà se esiste un'altra opzione”.
M.V.
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