Nuova casa municipale tra smart working e decentramento

Si parla molto di comune nuovo; in realtà per non creare confusioni si dovrebbe parlare di nuova casa comunale. Un comune nuovo per la Lecco allargata, e quindi nella prima accezione, sarebbe auspicabile ma impossibile. Stante il fatto che per i cittadini lecchesi le tariffe di tutti i servizi, sono le più costose. E quindi sono meno costose per gli altri comuni. Ma anche nella seconda accezione c’è il rischio che queste tariffe aumentino. In ogni caso è improponibile sia perché l’attuale casa comunale, se si fosse fatta una seria analisi della smart working, che il ministro Brunetta è impegnato a demolire, ma che si imporrà nel tempo, renderebbe possibile e anzi accogliente l’attuale Si Permetterebbe così una efficace conciliazione, tra l’altro, di famiglia e lavoro. L’assenza di una seria analisi dello smart working dovrebbe poi riguardare anche il sistema dei trasporti e non solo l’inutile duplicazione di palazzi  e città ove chiamare la gente a “lavorare”. Ma un secondo motivo per individuare  eventualmente una nuova Casa comunale dovrebbe essere il  decentramento dei servizi al di fuori del centro storico, per renderli più accessibili a tutti. E in questo caso l’area o lo stabile dovrebbe essere individuato oltre la ferrovia come ci pare sia anche l’effetto del provvisorio, seppure costoso, Palazzo di Giustizia, che tutti, e non solo gli utenti, non ci sembra siano disposti volontariamente a cambiare.                                                                                                                                 
Alessandro Magni
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