Lecco: alla Taverna ai Poggi una targa ricorda Fiorenzo Invernizzi e la sua vita 'per il lavoro e la libertà'

Inaugurata alla Taverna ai Poggi di Acquate la targa commemorativa di Fiorenzo Invernizzi, figura significativa del movimento operaio e sindacale lecchese, tra i promotori del circolo della cooperativa operaia che poi divenne appunto sede del Crams.
Sono stati Angelo Riva e Patrizia Cattaneo a ricordare le vicende del circolo e la presenza significativa di Fiorenzo Invernizzi, deceduto proprio un anno fa, il 31 ottobre 2020.

Angelo Riva e Patrizia Cattaneo

La targa in memoria di Invernizzi

«Un circolo - ha detto Cattaneo - che nella sua lunga storia ha avuto varie traversie ma che Forenzo e altri erano riusciti a riaprire nel 1957 perché volevano che questo diventasse un luogo di incontro per tutto il rione o forse solo di una parte, visto che all'epoca c'erano scontri ideologici accesi, diversamente da oggi quando tutto è un po' annacquato.. Fiorenzo è stato presente fino all'ultimo, a "curarci", a sgridarci quando non facevamo le cose per bene. Gli abbiamo voluto bene».
Rude forse, «ci definiva balabiott e ciaparat», ha ricordato Angelo Riva, parlando dei quasi trent'anni di Crams ai Poggi e rievocando la riunione in cui venne siglato l'accordo per il passaggio di proprietà del circolo che correva il rischio di essere sfrattato.

Fu in quella riunione che Invernizzi pronunciò una frase rimasta memorabile e che è stata ricordata sulla stessa targa commemorativa: «A un quart a mesdé g'ha de vess vergott in de la pignàta». O forse, come ha suggerito l'amico fraterno di Invernizzi, Giordano Fumagalli: «I ball gli è bun fin a un quart a mesdè».

Che era maniera di richiamare alla concretezza «noi giovani e turbolenti che raccontavamo tutto quello che volevamo fare al circolo, le iniziative, i progetti futuri», quando in quel momento ciò che contava era il denaro che si era in grado di mettere sul tavolo: «E noi - ha continuato Riva - eravamo riusciti a raccogliere 35 milioni di lire con un prestito sociale. E in quel modo riuscimmo a essere convincenti. E ormai è una storia trentennale con tante difficoltà ma anche tante soddisfazioni. E Fiorenzo ci ha tenuto sotto la sua ala protettiva, seppure ci sia stato qualche contrasto ideologico, ma sono stati belli anche quei momenti: si veniva qui il mattino e si litigava. E oggi, questo posto è ancora motore di iniziative a "365 gradi", con il progetto dei "Quartieri del terzo paradiso" di fare di questi quattro rioni una nuova città. E non siamo ormai più il covo dei comunisti, ai quali quelli della casa di fronte, dall'altra parte della strada ch'era territorio della chiesa, non restituivano più i boccini che schizzavano oltre la rete. Non a caso, il nuovo parroco ci ha invitato alla presentazione dell'oratorio del futuro. Con la convinzione che si possa lavorare assieme».

Dopo Cattaneo e Riva, ha detto la sua anche chi ha condiviso con Fiorenzo Invernizzi molte giornate e battaglie: in fabbrica, al sindacato, al circolo. Oltre a Fumagalli, sono intervenuti Lugi Biagi, Diego Riva, Nucci Dell'Oro, Antonietta Busato.
Nessuna vera e propria cerimonia di scoprimento della targa, già affissa sul muro esterno della taverna, ma alcuni momenti musicali con l'esibizione di Lello Colombo, Silvia De Carlini, Francesca Arrigoni, Nadir Giori, Stefano Trampellini, Paola Colombo e Andrea Elia.

Il testo riportato sulla targa:
UNA VITA PER IL LAVORO E LA LIBERTA’


Fiorenzo Invernizzi operaio antifascista
Fiorenzo Invernizzi, nasce in Versasio di Lecco l’8 agosto 1930.
A soli 13 anni è già in fabbrica, prima  come apprendista artigiano, poi come operaio alla Vassena di Valmadrera e quindi alla Berera di Lecco. Nel 1945 entra nella SAE, storica industria di Lecco di carpenteria, dove inizia la vita di fabbrica a 15 anni nel reparto bulloneria, con turni di 12 ore e duri ritmi di lavoro.
’Nessuno ti insegnava il lavoro, dovevi rubare il mestiere’ Nel 1946 viene trasferito al reparto di disegno meccanico, restandovi fino all’età della pensione, nel 1981.
’Nessuno ti insegnava il lavoro, dovevi rubare il mestiere’ Membro del Consiglio di Fabbrica della Sae, autentico antifascista, è protagonista della storia della Cgil lecchese, del movimento operaio con la Fiom, e negli ultimi anni attivo con lo Spi CGIL (Sindacato Pensionati) e Auser – Filo d’Argento di Lecco.
Muore il 31 ottobre 2019 nella sua casa di Acquate.

L’impegno sociale
Fiorenzo vive con lucidità e coerenza i suoi ideali di libertà e giustizia. Iscritto da sempre al Partito Comunista Italiano, appoggia in prima persona le sue lotte nel campo del lavoro e del sociale.  Nel 1955, con alcuni operai della SAE, dà un importante contributo all’apertura del Circolo e bocciofila Lino Ciceri in via ai Poggi e nel 1956 della Coop. di Consumo Operaia di Acquate in cui è attivo collaboratore e presidente del Consiglio di Amministrazione.  Nel 1991, a seguito delle difficoltà economiche della Coop. Operaia, il C.R.A.M.S. (Centro Ricerca Arte Musica Spettacolo) si propone come acquirente dei locali, e nuovo propulsore di un Centro Culturale Polivalente. Al tavolo di discussione tra le parti, Fiorenzo conclude con:
 ‘A un quart a mesdé g’ha de vess vergott in de la pignàta’ (a un quarto a mezzogiorno ci deve essere qualcosa nella pentola) a significare: ‘dopo tante parole, quanti soldi avete in mano?’ Nel 1994 il CRAMS compra gli edifici, entra nel Consiglio della Coop. Operaia, ne assume la presidenza, riconoscendo a Fiorenzo quella onoraria. Nel 1995 vengono spostate ‘ai Poggi’ tutte le attività del CRAMS che recupera la missione della Coop. Operaia e la rilancia con la creazione di uno spazio di aggregazione attraverso la cultura, l’arte e il cibo. Il Circolo diventa la Taverna ai Poggi.  Fiorenzo è in prima fila nella trasformazione. Il ‘vecchio militante’ del PCI incontra i giovani artisti-rivoluzionari degli anni ’70 con un atteggiamento di dialogo, di rigore e serietà, di presenza e partecipazione. fino ai suoi ultimi giorni.
Il ferro, la sua arte e passione
Fiorenzo da sempre coltiva la passione e la cultura del ferro battuto forgiato a mano. Nel suo piccolo laboratorio casalingo, crea con destrezza e magia raffinati oggetti, usciti dalle mani nodose di un vero artista-artigiano.
Ancor oggi si ammirano le insegne della Taverna ai Poggi e del Crams, alcune delle sue bellissime opere.

D.C.
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