Lettera aperta ad un no green pass

Prendendo spunto dall'editoriale del dott. Enrico Magni su alcuni aspetti relativi a coloro che si oppongono al Green-Pass, mi permetto di rivolgermi con schiettezza direttamente e seppur impersonalmente ad uno di essi. Essendo molte e variegate le motivazione da loro addotte non prendo neppure in considerazione le posizioni di coloro che strumentalizzano politicamente queste vicende o denunciano presunte dittature sanitarie speculando su precarietà e disagi vari, o che addirittura negano l'esistenza del virus e/o la veridicità come pure il numero effettivo delle morti per Covid sia a livello nazionale che planetario. Relativamente a quest'ultima categoria mi limito a dire che, se molte morti fossero dovute anche a varie patologie concomitanti, il Covid si potrebbe ben definire l'elemento dirimente dei decessi costituendo nei fatti un vero e proprio "colpo di grazia" per la loro esistenza, come infelicemente alcuni di loro lo definiscono. Quindi non mi sembra certamente questa un'attenuante "giustificativa"di alcun tipo. Niente a che vedere con le titubanze, comprensibili ma comunque superabili, di alcuni dovute a paure derivanti anche da conoscenze parziali o pregiudizi alimentati anche da una, a volte, contraddittoria e non sempre esauriente comunicazione mediatica. Con un certo rispetto mi rivolgo pure a coloro che pongono una questione relativa a presunti diritti limitati o addirittura negati tirando in ballo apertamente la nostra preziosissima Costituzione. Ricordo a tal proposito che la Costituzione nella parte che illumina i principi fondativi all'art. 2 recita letteralmente : "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale." Sta nella parte che sottolineo volutamente in grassetto il cuore della questione e cioè nell'aver dimenticato che in capo ai diritti ci sono pure i doveri. Una società come la nostra, non casualmente fondata sull'individualismo e sull'edonismo, non può che arrivare addirittura a spacciare per esigenze primarie anche i diritti secondari dei singoli (come il "diritto" al divertimento ed allo svago) anteponendoli alla responsabilità collettiva. Altra e più delicata è la questione dell'applicazione del green pass sui posti di lavoro su cui si potrebbe discutere ma comunque avendo sempre ben presente quello che un eminente esponente del pensiero sociale critico verso questo modello di sviluppo ha definito il diritto di tutti i lavoratori a lavorare senza rischi per la salute. In sostanza l'inviolabilità dei diritti di ogni singolo non può non tener conto dei relativi doveri di reciprocità e mi sembra proprio che i nostri Padri Costituenti abbiano usato non casualmente il termine "inderogabili" per i doveri sociali. E il rispetto del diritto/dovere alla salute e alla vita di tutti indubitabilmente viene ben prima di ogni altro. Quindi, facendo un banale esempio, come nessuno ha mai neppure ipotizzato la contestazione della patente automobilistica in quanto strumento discriminatorio, a maggior ragione dovrebbe farlo col Green Pass visti i suoi più che evidenti fini tutelativi sanitari reciproci. A meno che non si voglia sostenere che la patente sia un mezzo di controllo politico/sociale. Invito quindi accoratamente tutti coloro che sono mossi da genuine spinte di cambiamento di un sistema planetario che complessivamente non serve l'Uomo ma i profitti, a riflettere a fondo sull'indirizzare i propri condivisibili sforzi a cause ben più degne e coerenti. Non possiamo consegnarci, in nome di un perlomeno opinabile concetto di libertà, proprio a quell'individualismo esasperato non a caso alla base di un sistema che ha dimostrato tutta la sua disumanità e contraddittorietà. Facciamo in modo, tenendo sempre ben vivo il discernimento, che la doverosa lotta, a tutti i livelli e latitudini, a disuguaglianze, discriminazioni e precarietà non rischi di tramutarsi in egoistiche istanze solo presuntivamente nobili e autoprotettive, trasformandoci così da vittime a possibili co-artefici. Sempre comunque pronto a confrontarmi.
Germano Bosisio
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.