Lago: 41enne a processo per maltrattamenti, avrebbe costretto anche un bimbo a insultare la madre

Il Tribunale di Lecco
Il primo episodio di violenza incontrollata raccontato risale al 4 luglio 2018 quando incinta - "non me la sono sentita poi di portare avanti la gravidanza" - sarebbe stata colpita con un calcio in pancia dal compagno, al rientro, ubriaco, da una serata con gli amici. Ancora una donna vittima degli agiti aggressivi del proprio compagno in Tribunale, ennesima relazione tormentata all'attenzione del collegio giudicante, oggi presieduto dalla dottoressa Martina Beggio con a latere i colleghi Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi. Maltrattamenti in famiglia e lesioni i reati contestati ad un 41enne di origini siciliane. I fatti sono ambientati prevalentemente sul lago, dove la persona offesa - costituita parte civile per il tramite dell'avvocato Elda Leonardi - risiede, con la sua abitazione divenuta l'abitazione di entrambi per l'arco della movimentata convivenza, trascinatasi dal maggio 2017 al dicembre 2019. Due anni abbondanti costellati di denunce, in gran parte poi ritirate dalla 40enne, con la cui deposizione si è aperto il processo a carico dell'ex, presente personalmente in Aula affianco al difensore, l'avvocato Stefano Didonna.
Il 9 giugno 2019, lui accecato da alcol e gelosia, le avrebbe – sempre secondo la versione di parte raccontata quest'oggi - dato della poco di buono con la discussione poi generata, con oggetti danneggiati o lanciati fuori casa e la donna spintonata fuori casa. Nella notte tra il 5 e 6 agosto, l'imputato dopo averla videochiamata più volte per controllare fosse in casa, arrivando a vedere un uomo nella camera da letto che invece non c'era (forse perché anche sotto l'effetto di stupefacenti), avrebbe avuto un incidente con l'auto di lei, facendosi trovare l'indomani al bar - con il bicchiere in mano - per poi rincorre la compagna per casa, prima che lei riuscisse a scappare via. In un'altra circostanza, dopo un'uscita, l'uomo avrebbe preso a pugni in faccia la donna, mentre la stessa guidava, facendole anche dei "dispetti" come tirare il freno a mano durante la marcia, per poi "fare il matto" anche alla presenza del figlioletto di lei, appena ritirato a casa di un amico, con battibecco che ha interessato pure un vicino di casa, intervento per accertarsi che la signora e il bambino stessero bene.
"Mi ha fatto insultare anche da mio figlio che ha dovuto dirmi che sono una puttana, altrimenti - diceva - sarebbe andato contro un muro" ha aggiunto la persona offesa, composta e lineare nel ripercorrere una relazione "quasi normale" solo nelle prime battute e presto degenerata. Il 10 febbraio un'altra serata di violenza con la decisione della donna di allontanarsi dell'imputato che si sarebbe però presentato anche presso la scuola del bambino. Solo dopo un tira e molla, prendi e lascia, la fine definitiva della relazione, mantenuta - ha ammesso la donna - anche per paura ("mi diceva che era dei Santapaola"). Il 25 novembre il proseguo dell'istruttoria.
A.M.
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