Lecco: presidio 'show' per i no green pass. Il battito del cuore regola il passo del corteo

Presidio show quello odierno per i no green pass lecchesi. Niente interventi di politici quest'oggi. Niente spiegazioni "tecniche" o suggerimenti su come comportarsi in caso di controlli legati alla certificazione verde. Spazio invece... al teatro. Già in apertura.

A dare il benvenuto agli intervenuti - sempre numerosi, sempre "osservati" da un nutrito cordone di forze dell'ordine tra poliziotti, carabinieri e agenti della locale - infatti, una voce registrata che, con buon piglio, ha riassunto gli assunti alla base della manifestazione, scaldando la piazza concludendo con il coro "la gente come noi non molla mai" subito ripetuto poi dai presenti, a cappella, su invito di Paolo Negri, anima del movimento Libera Resistenza Lecco. Sul palco è salita poi... un'attrice in carne e ossa. Catechista, lavoratrice, mamma e... attivista come è stata introdotta. Valeria per chiamarla per nome. La professoressa Mattarellina per citare invece il personaggio rappresentato, per ironizzare sulla scuola ai tempi della pandemia e in generale sul circo mediatico - oltre che politico - creatosi attorno al tema covid.

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A Valeria - dopo un coro "Draghi vai via, sei tu la malattia" che non poteva mancare - è seguito Sergio, presentato come uno dei manifestanti presenti a Trieste quando sono stati usanti gli idranti per disperdere i contestatori. In tasca - ha detto - aveva il rosario. Nella convinzione che preghiera e digiuno siano sufficienti per resistere. "Non abbiamo bisogno di altro" ha dichiarato, prima di proporre - come già sabato scorso - cinque minuti di silenzio "energetico".

Sergio

I 5 minuti di silenzione energetico

Microfono poi a Simona, volto noto in piazza, quest'oggi intervenuta per raccontare la propria esperienza personale di figlia che ha perso una mamma per covid nell'ambito di quella che ha etichettato come una "strage di Stato" legittimata da un "protocollo criminale" attuato da questo governo; di cittadina "obbligata - da chi ha negato le cure a mia madre - a sottoporsi a un trattamento farmacologico sperimentale, che non garantisce l'immunizzazione di chi viene inoculato"; di madre di una ragazzina "emarginata perché non dotata del lasciapassare"; di dipendente che "si vede ora negato il diritto al lavoro".

Simona

"Proponiamo il 15 ottobre come giornata della vergogna" ha detto Paolo Negri riprendendo la parola dopo l'infelice parallelismo tracciato da Simona tra la scritta "il lavoro rende liberi" che accoglieva gli internati nei campi di concentramento con la richiesta di esibire il green pass all'ingresso delle fabbriche, ai giorni nostri.

Organizzato infine il corteo con il popolo no certificato verde che ha così nuovamente sfilato - è la terza volta da fine luglio, quando è iniziato il presidio del sabato - per le vie del centro. In "religioso silenzio" a questo giro. "Camminando piano ma con la schiena diritta, guardando tutti negli occhi" come da richiesta dell'anima del movimento, invitando altresì a non raccogliere eventuali provocazioni, seguendo invece il passo, scandito da un tamburo. Con il rumore del cuore.

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