Acquate: beatificata Suor Lucia, 'venduta alla carità di Dio' e artefice di un miracolo

È stata celebrata questa mattina nella cattedrale di Santa Maria Assunta e dei Santi Pietro e Paolo a Brescia la Messa di beatificazione di Suor Lucia Ripamonti, al secolo Maria, acquatese che ha speso la sua breve esistenza nel segno della carità e del servizio, donando tutta se stessa al Signore e agli altri. Nata nel rione lecchese il 26 maggio 1909 da una famiglia di modeste condizioni, Suor Lucia ha trascorso tutta la sua vita consacrata nella casa madre dell'Istituto delle Ancelle della Carità di Brescia, dove oggi sono venerate le sue spoglie mortali.


Lo stendardo che raffigura Suor Lucia Ripamonti affisso nella cattedrale di Brescia

Prima di prendere i voti, però, aveva lavorato nella filanda Müller di Germanedo, poi in una fabbrica di lampadine alla periferia del suo quartiere nativo: respinta in un primo momento dalle Suore di Maria Bambina e da altre congregazioni, nel 1932, tramite la sua compaesana Suor Argentina Ferrari conobbe l'Istituto fondato da Santa Maria Crocifissa di Rosa che di lì a poco sarebbe diventato la sua nuova famiglia, per poi professare nell'ottobre di tre anni dopo i voti temporanei e cambiare il suo nome in Suor Lucia dell'Immacolata, in onore della Madonna tanto cara a lei e agli acquatesi. Emessi i voti perpetui nel 1938, si è spenta il 4 luglio 1954, nell'infermeria della casa di via Benacense (il Ronco) a Brescia, dopo una breve vita interamente votata alla carità, alla povertà e al servizio, tanto tra le consorelle in comunità, quanto tra i più poveri e bisognosi, sempre trasmettendo l'importanza dell'essere, più che dell'avere.




"Ciò che l'ha resa speciale è il fatto che si prendeva in carico tutti i problemi delle persone, sia con opere concrete che nella preghiera al Signore" ha testimoniato Madre Maria Oliva Bufano in un video diffuso prima della funzione solenne, trasmessa in streaming e presieduta dal cardinale Marcello Semeraro con decine di altri celebranti tra cui i vescovi di Brescia e Bolzano. "Ogni giorno era impegnata in delicate incombenze e nell'assistenza ai sacerdoti. Era una donna coraggiosa, con una grande fede in Dio: anche durante la guerra si spostava senza paura ovunque servisse per aiutare le persone in difficoltà e i sofferenti, perchè per lei la carità veniva sempre prima della sua stessa vita".



Il cardinale Marcello Semeraro

A favorire l'iter per la beatificazione anche il riconoscimento di un miracolo in una bambina di sette anni - Irene Zanfino, oggi infermiera, mamma e nonna - risvegliatasi dal coma in cui era piombata a seguito di un incidente stradale proprio grazie all'intercessione di Suor Lucia, allora già deceduta ma invocata dalle sue consorelle e dai parenti della giovanissima malcapitata (QUI la sua testimonianza e quella di Madre Gabriella Tettamanzi, Superiora generale delle Ancelle della Carità).



"Nessuno aveva più speranza, finchè la piccola non si è risvegliata" è stato spiegato durante la Messa, a cui ha partecipato anche una delegazione di Acquate, Olate e Bonacina con il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni in fascia tricolore. "Il miracolo sta nel fatto che la bambina, incredibilmente, non riscontrava nessuna conseguenza fisica dei traumi subiti, pur in presenza dei loro segni, tanto che nell'arco di qualche settimana dal risveglio ha potuto tornare a casa in buone condizioni di salute".




"Suor Lucia - è stato aggiunto durante la funzione - è testimonianza di un'umanità che ha conosciuto la fragranza delle cose semplici e vere, quelle che contano per sempre, dimostrando che ogni persona fa parte di un disegno superiore perchè tutto è dono, tutto è grazia, anche le difficoltà e il dolore. Ha insegnato che la felicità non è da ricercarsi in luoghi lontani, che la vocazione è cosa di una vita intera, non di un momento: lei se ne sentiva quasi indegna, ma allo stesso tempo viveva una gratitudine sconfinata per quanto ricevuto da Dio. La sua esistenza è un mosaico di semplicità e grazia, di valori umani e spirituali, di passione e donazione, perchè ha sempre saputo porre gli occhi in Dio".


In terza fila il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni

"Dio rivela i suoi segreti ai piccoli, non ai dotti e ai grandi" ha poi affermato il cardinale Semeraro durante l'omelia. "Il primo è proprio Gesù, che a noi dice di imparare da lui, mite e umile di cuore. L'umiltà è la maestra di ogni virtù, è il fondamento della vita celeste: qualcuno non ha esitato a dire che Suor Lucia era impastata di umiltà, una grazia che si riceve nell'anima come dono e nome stesso di Dio, coronamento di tutte le virtù e di tutto l'edificio spirituale [...]. La cosa migliore per l'anima è fare ciò che il Signore vuole da lei. Suor Lucia non lo diceva e basta, ma lo metteva in pratica: ha vissuto nel silenzio e nella semplicità evangelica, trovando in tutto un mezzo per umiliarsi e così progredire nella santità; ha accolto generosamente la chiamata del Signore alla vita consacrata, dove scelse per sè il servizio agli altri, tanto che si dice che fu "venduta alla carità". Ha praticato l'obbedienza e si è messa a disposizione del prossimo fino a dimenticarsi di sè, rendendo leggero il giogo di Cristo e portandolo con tutto il cuore, consapevole che non c'è nessuno che possa giungere alla visione di Dio senza essere passato dalla fatica quotidiana delle buone opere [...]".



La memoria liturgica di Suor Lucia sarà il 30 maggio, data del suo battesimo. Domenica prossima, 31 ottobre, nella chiesa di San Giorgio ad Acquate verrà accolta una sua reliquia ex corpore, precisamente l'osso ioide: l'artistico contenitore, progettato dall'architetto Graziano Ferriani, realizzato in marmo bardiglio cinerino e lastra d'argento, rappresenta plasticamente il legame con la terra da cui Suor Lucia è partita per diventare una donna "venduta", ossia donata alla carità, come insegnava la sua santa fondatrice.
B.P.
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