Cnsas, Stazione Valsassina: contributo di 12.000 € per nuove attrezzature, un aiuto a 'professionisti al lavoro gratuitamente'

Una piccozza, un rampone e due moschettoni di alluminio, "forti" come quelli di acciaio ma notevolmente più leggeri: queste le preziose attrezzature tecniche acquistate dalla XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino grazie a una donazione di 12.000 euro della Fondazione Comunitaria del Lecchese e della Banca di Credito Cooperativo della Valsassina, che hanno unito le forze per sostenere concretamente una realtà fondamentale per il territorio, fatta di "professionisti al lavoro gratuitamente", con passione e spirito di servizio.




A parlare della sua importanza sono i numeri: da inizio anno al 30 settembre scorso, la Stazione Valsassina-Valvarrone del CNSAS ha infatti compiuto 77 interventi, con un picco di 18 nei primi 18 giorni di agosto, per un totale di 83 persone soccorse di cui ben 33 sono poi risultate illese, 43 con ferite lievi e 3 più gravi. 8, purtroppo, i deceduti, un dato che secondo il capostazione Alessandro Spada "deve far riflettere, ma non diversamente da quel 33 che rappresenta escursionisti in difficoltà in montagna per ragioni spesso evitabili", dovute per esempio a una scarsa conoscenza del posto, a inesperienza o al mancato utilizzo di attrezzature adeguate.


Alessandro Spada

"Nel 2020, nonostante il lockdown, abbiamo registrato un record di interventi" ha proseguito Spada, intervenuto questa mattina alla conferenza stampa di presentazione del contributo congiunto di Fondazione e BCC al CNSAS. "Sono stati ben 125, per recuperare 147 persone di cui 50 illese e 15 decedute. Se si confronta quest'ultimo dato con quello derivante dall'incidentalità stradale si nota che le nostre cime fanno più morti che la macchina: è vero, si potrebbe dire che andare in montagna è più pericoloso che guidare, ma da un'analisi più approfondita emerge che in realtà la gran parte dei nostri interventi non riguarda persone ferite in attività "rischiose", ma principalmente escursionisti (71 nel 2020, contro per esempio i 12 alpinisti e i 5 arrampicatori soccorsi). In questo senso, è significativo anche il fatto che il 78% degli infortunati non è iscritto al CAI, un dato che ci spinge a sottolineare quanto siano importanti la giusta formazione e la trasmissione della cultura della montagna, specie tra i più giovani".

VIDEO


Un video realizzato sulla Grigna e diffuso dal Soccorso Alpino per testimoniare l'imprudenza di alcuni escursionisti

Doverosa, poi, una precisazione sull'utilizzo dell'elicottero nelle operazioni di soccorso: nel 2020 è stato impiegato per il 45% degli interventi, "non per un capriccio nostro, ma sempre e comunque in casi in cui è necessario un mezzo più veloce e sicuro per trasferire il paziente all'ospedale di destinazione, che spesso non è il più vicino al luogo dove è avvenuto l'incidente".
65 i tecnici che attualmente fanno parte della Stazione Valsassina-Valvarrone (record lombardo), di cui tre medici, cinque aspiranti volontari e quattro ragazzi che si stanno gradualmente avvicinando alla "squadra", composta di persone con una forte professionalità e disposte a relegare "in secondo piano" per diverse ore famiglia, lavoro e tempo libero per mettersi al servizio degli altri, in qualsiasi momento.


Marco Anemoli

"Il nostro è un lavoro di sacrificio, per questo siamo molto grati alla Fondazione Comunitaria e alla BCC per questa donazione" ha aggiunto il delegato della XIX Marco Anemoli. "Al di là dell'aspetto economico, questa vicinanza fa capire ai volontari che il loro impegno viene riconosciuto anche all'esterno".
Tornando alle nuove attrezzature acquistate grazie alla donazione, mostrate dal vice capostazione Andrea Gianola, si tratta di materiale altamente tecnico progettato per interventi specializzati in quota: tanto la piccozza quanto il rampone possono essere utilizzati anche in ambiente invernale, su pareti e sul ghiaccio, mentre il moschettone d'alluminio può tenere sollevato un peso di decine di chili per cui normalmente sarebbero necessari due strumenti d'acciaio, indubbiamente più pesanti da trasportare.


Giovanni Combi

"Da valsassinesi siamo ben consapevoli della qualità e della mole di lavoro che vi è richiesta, pertanto è stato più che naturale per noi rispondere a una vostra esigenza, come abbiamo già fatto e come continueremo a fare anche in futuro, nei limiti delle nostre possibilità: siamo noi a dovervi ringraziare per tutto quello che fate, sacrificando la vostra vita privata e correndo anche qualche rischio" ha commentato il presidente della BCC Giovanni Combi, a cui ha fatto eco la "numero uno" della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi. "Il nostro compito è quello di trovare compagni di viaggio per sostenere chi sa fare bene quello che fa, proprio come il Soccorso Alpino" ha dichiarato quest'ultima. "La montagna è esigente, richiede serietà. È come una scuola che ti mette di fronte ai tuoi limiti, per questo credo che possa essere una "maestra" anche per i nostri bambini e ragazzi: può essere un aiuto importante per educarli a conoscere le proprie possibilità e a controllarsi, con senso di corresponsabilità e fatica".


Maria Grazia Nasazzi

"A questo proposito - ha concluso, rivolgendosi a Spada e Anemoli - mi sembra molto bello anche il ricambio generazionale all'interno della vostra squadra: il vostro patrimonio di esperienza può essere consegnato a qualcuno per il futuro. Dietro la montagna c'è il vero senso della vita: voi richiamate tutto questo e lo fate molto bene, senza troppe parole, con serietà e professionalità dentro un'umanità grande".


Giovanni Codega



Il vice capostazione Andrea Gianola mostra le nuove attrezzature tecniche



Un pensiero, questo, condiviso infine anche da Giovanni Codega della Camp, partner tecnico dell'operazione. "Sul nostro territorio non si può prescindere da un'organizzazione come questa" ha riflettuto. "Ogni volta che qui in Valsassina vediamo in cielo un elicottero giallo ci vengono in mente due pensieri: in primis c'è preoccupazione, perchè sappiamo che qualcuno è in difficoltà, ma subito dopo sentiamo la tranquillità derivante dalla consapevolezza che a bordo di quel velivolo ci sono medici e persone preparate, pronte a fare tutto il possibile per aiutare. Da parte nostra, quindi, non può che esserci una totale disponibilità per continuare a sostenere il CNSAS offrendo contributi, ma anche aprendo le nostre porte per sviluppare insieme prodotti specifici per le varie attività. Ai volontari auguro di riuscire a non mollare, di pensare ai ragazzi che si stanno avvicinando a questo mondo, per cui sono il miglior esempio. Il Soccorso Alpino è indubbiamente una parte del volto bello dell'Italia".
B.P.
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