UP – Un Percorso/23: alla conquista del Pizzo Tre Signori da Introbio (parte 1)

Ci sono montagne che sono precedute dalla loro stessa fama. Il Pizzo Tre Signori rientra a pieno titolo in questa categoria: maestosa e a suo modo iconica, questa cima ha ancora più fascino per via del notevole impegno necessario per raggiungerla. Impegno tale per cui, qui su UP – Un Percorso, abbiamo deciso di dividere in due parti il racconto della salita al Pizzo Tre Signori con partenza da Introbio, in Valsassina.

Ma partiamo dalle basi. Dove siamo? Il Pizzo deve il suo nome al fatto che, in passato, qui si incontravano lo Stato di Milano, la Repubblica di Venezia e la Repubblica delle Tre Leghe, nella Confederazione Elvetica. Ancora oggi questa montagna continua a essere un punto d’incontro, ma tra tre province: Lecco, Bergamo e Sondrio. Il Pizzo Tre Signori si trova infatti lungo la Dorsale Orobica Lecchese, quindi sul lato della Valsassina che confina con la bergamasca; al tempo stesso, verso nord, si trova in fondo alla Val Gerola, in Valtellina. Per quanto riguarda la parte lecchese, invece, il Pizzo sorge alla fine della Val Biandino, la valle laterale della Valsassina scavata dal torrente Troggia che trae origine proprio ai piedi di questa maestosa cima aguzza.
L’itinerario per salire in vetta, come accennato, è molto impegnativo perché, partendo da Introbio, si deve percorrere un dislivello di quasi 2.000 metri, pari a circa 5 ore di cammino. Per fortuna, però, ci vengono in soccorso i numerosi rifugi che si trovano tra Val Biandino e dintorni, che consentono di dividere l’escursione in due giorni. La proposta che vi presentiamo è di salire da Introbio alla Val Biandino e da lì raggiungere il Rifugio Grassi, dove fare tappa. Dopodiché dalla Grassi saliamo in vetta al Pizzo, per poi ridiscendere sul fianco opposto della valle, passando dal Rifugio Santa Rita. Questa seconda parte, però, sarà oggetto della prossima puntata di UP.

Prima di chiudere questa presentazione ed entrare nel vivo della descrizione dell’itinerario, aggiungiamo che lungo il percorso sono presenti alcuni tratti molto ripidi ed esposti, nonché passaggi attrezzati con catene; per questi motivi, insieme all’importante dislivello e alla lunghezza, questa escursione è dedicata a chi ha già una buona preparazione fisica, un passo sicuro e la capacità di muoversi con sicurezza nell’ambiente di montagna. Infine, attenzione alla neve! La salita invernale al Pizzo Tre Signori infatti è di tipo alpinistico e richiede adeguata preparazione e attrezzatura.

Partenza: Introbio (564m slm)
Arrivo: Pizzo Tre Signori (2.554m slm)
Tappa intermedia: Rifugio Grassi (1.987m slm)
Sentieri: 40-101-45
Difficoltà CAI: EE
Durata: 3h 30m
Dislivello: 1990m
Adatto ai bambini: 8+

Il primo tratto della nostra escursione al Pizzo Tre Signori, in realtà, lo abbiamo già affrontato nel numero 11 di UP, quello dedicato alla Val Biandino. Ci basta ripetere che il punto di partenza è in Via delle Ville a Introbio, raggiungibile in auto fino a una stanga dove c’è un cartellone in legno con le informazioni sulle aperture dei rifugi. Proseguendo a piedi sulla strada a fondo cemento, in circa mezz’ora si arriva a uno spiazzo dove parte il sentiero 40 per la Val Biandino. In alternativa, è possibile proseguire lungo la strada. Dopo circa due ore o poco più di facile camminata si giunge alla Bocca di Biandino (1.493m slm), dove sorgono i rifugi Tavecchia e Val Biandino.

Giunti all'imbocco della valle, all'altezza di una cappelletta, il sentiero 40 piega a destra e, superato il Rifugio Val Biandino, inizia a salire nel bosco fino a raggiungere dopo mezz'ora la Casa alpina Pio X (1.688m slm). Qui il sentiero va verso sinistra e inizia a risalire la costa: il bosco si fa più rado e la vista si apre sulle meravigliose montagne circostanti. Dopo poco, si taglia un torrente e poi si raggiunge una baita, dove teniamo la sinistra fino a raggiungere in salita il Passo di Camisolo (2.020m slm). Una volta arrivati al Passo, la vista si apre sul Pizzo Tre Signori, sulla Valtorta e sulle cime delle Orobie bergamasche. Poco distante si vede già il Rifugio Grassi (1.987m slm), a cui si arriva dopo una breve discesa (circa 3 ore e mezza da Introbio). Consigliamo di fare tappa qui e di ripartire il mattino seguente. Il rifugio d’estate è sempre aperto, mentre durante la stagione invernale è aperto solo nei fine settimana.

Ricaricate le energie, si può riprendere il cammino verso la vetta del Pizzo. Dal rifugio parte il sentiero 101 delle Orobie occidentali e dobbiamo percorrerne un tratto. La cima della montagna è ben visibile e imponente. Si cammina seguendo il filo di cresta con pendenze molto blande fino al Pian delle Parole (2.157m slm). Qui bisogna ignorare la deviazione per il Sentiero del Cardinale, e proseguire sul sentiero 101 in direzione Valle dell’Inferno e Passo Bocca di Trona. Da questo momento le pendenze iniziano a farsi più ripide, fino ad arrivare al cospetto del Pizzo vero e proprio. Abbandoniamo ora il sentiero 101, che va a destra, e svoltiamo invece verso sinistra per il sentiero 45 – Via del Caminetto. Dal Rifugio Grassi è passata circa un’ora.

Inizia quindi una parte molto ripida, che in poco tempo risale il fianco della montagna tra le roccette. Di conseguenza, in alcuni punti è necessario utilizzare le mani per superare alcuni punti e bisogna fare attenzione a seguire sempre i segnavia bianchi e rossi del sentiero. Al termine di questo tratto di salita, che è breve ma intenso, si arriva all’imbocco del caminetto vero e proprio che dà il nome alla via. Il sentiero infatti risale un canalino verticale tra imponenti rocce, appunto come la canna fumaria di un camino. Per affrontare questo tratto sono posizionate alcune catene. Una volta sbucati fuori, la croce di vetta del Pizzo Tre Signori (2.554m slm) è a due passi e la si raggiunge agilmente.

La vista è meravigliosa! Si vedono tutte le principali cime della Valtellina, dal Gran Zebrù al Bernina e al Pizzo Cengalo, così come, più vicini, il Legnone e i Pizzi di Premana, fino alle Grigne, al Resegone e alle altre vette delle Orobie. Sullo sfondo, spunta l’immancabile Monte Rosa.

Consigliamo di affrontare la Via del Caminetto in salita, per via della notevole ripidità e dei passaggi esposti che sono presenti. Per la discesa (ma, per chi lo preferisse, si può salire anche da qui) optiamo per un bel giro ad anello che riporta in Val Biandino, e quindi a Introbio, passando dal Rifugio Santa Rita, sulla sponda opposta della valle rispetto al Rifugio Grassi. Ma questa parte la vedremo la settimana prossima, nel nuovo numero di UP – Un Percorso.

Michele Castelnovo
www.trekkinglecco.com
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