Lecco: per una rissa all'Orsa del 2018 restano in due a processo

Una rissa con pesanti conseguenze per un ragazzo minorenne di Introbio, trasportato in codice rosso all'ospedale per il grave trauma riportato all'addome.
Se ne è discusso martedì mattina in tribunale a Lecco dove, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Mariachiara Arrighi, è proseguito il procedimento penale nei confronti di quattro giovani coinvolti a vario titolo nella lite scoppiata il 16 settembre 2018 nel parcheggio esterno dell'Orsa Maggiore di Lecco.
Un episodio con protagonisti ben sedici ragazzi, di cui la metà minorenni; se alcuni hanno già definito la propria posizione con la giustizia, a processo sono rimasti in quattro. E.H., 21 e K.Q., coetaneo, difesi dagli avvocati Isabella Colombo e Luciano Bova, che hanno optato per l'istituto della messa alla prova, svolgendo dunque lavori di pubblica utilità.
Stanno affrontando invece il dibattimento in aula F.Z., 22 anni e il marocchino 25enne K.K., assistiti dagli avvocati Cristina Colombo e Paolo Giudici.
Nell'udienza che si è tenuta ieri, il pubblico ministero Mattia Mascaro ha chiamato a testimoniare gli agenti della squadra volanti e della squadra mobile di Lecco che si erano occupati dell'identificazione dei partecipanti alla rissa.
A ripercorrere le indagini in particolare, è stato l'ispettore Marco Di Prinzio, che ha spiegato come il lavoro del personale della Questura sia stato svolto ''incrociando le testimonianze raccolte dai colleghi della volante, fra il centinaio di ragazzi che era presente quella sera in discoteca''.
Fondamentali le immagini dell'impianto di videosorveglianza del locale, che essendo stato installato da poco era dotato di telecamere ad alta risoluzione. Per individuare tutti i partecipanti alla rissa sono stati poi aggiunti i tabulati raccolti dal sistema di lettura delle targhe presente nella zona e le immagini scattate da due fotografi durante la serata.
Da quanto ha riferito Di Prinzio, la lite sarebbe scaturita da futili motivi, vedendo contrapposte due bande composte ciascuna da ragazzi di etnie miste. ''Non è stato uno scontro programmato o preordinato, al contrario è nato sul momento'' ha aggiunto l'operante.
Diversi i giovani chiamati a sfilare come testimoni durante il primo pomeriggio di martedì al cospetto del giudice Arrighi; tutti loro avrebbero assistito in qualche modo alla rissa di poco più di due anni fa.
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