Percepiva il reddito di cittadinanza dopo i 7 anni per ''Oversize''. Contestati 17.906€ ma per il giudice è da processare solo...a metà


Oltre alla condanna (in via definitiva) a sette anni nell'ambito dell'operazione Oversize (seconda grande inchiesta sull'ndrangheta nel lecchese, seguito di Wall Street, costata l'ergastolo al boss Franco Coco Trovato) era stato colpito dalla pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ciò non aveva impedito a Giuseppe Gigliotti, classe 1955 e residente a Galbiate, di avanzare una richiesta per l'ottenimento del reddito di cittadinanza. Un sussidio di cui effettivamente si è avvalso nelle annualità 2019 e 2020, sino a quando cioè la Guardia di Finanza - nel corso di alcuni accertamenti condotti sui beneficiari dello strumento fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle - ha ritenuto tale erogazione a suo favore indebita. Indagato dalla Procura per truffa ai danni dello Stato (secondo l'articolo 640 del codice penale), a fine settembre Gigliotti era finito davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Lecco per rispondere appunto dei 17.906 euro ricevuti, assistito dall'avvocato Stefano Pelizzari.
Rinviato a giudizio per il reddito di cittadinanza percipito nel 2020, dovrà comparire nelle prossime settimane davanti al giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta.
Non luogo a procedere invece per il GUP, per quel che concerne l'annualità 2019 in quanto la normativa in essere non prevedeva l'obbligo di indicare eventuali condanne definitive, intervenute nei dieci anni precedenti la richiesta, e provvedimenti di interdizione dai pubblici uffici.
Gigliotti è fra i 70 soggetti attenzionati dalle Fiamme Gialle lecchesi, ritenendo indebito il sussidio assegnato loro, come reso noto quest'oggi dagli uomini agli ordini del colonnello Emilio Fiora che nel comunicato stampa diffuso citavano il caso di una persona ''condannata in via definitiva per associazione di tipo mafioso'' e dunque ''colpita da interdizione perpetua dai pubblici uffici''.
Il totale delle erogazioni pubbliche indebitamente percepite, per le quali è stata avanzata proposta di sequestro, ammonta a circa 500mila euro. Se non si fosse avviata questa capillare attività il danno erariale per le casse dello Stato e quindi dell’intera collettività sarebbe stato di oltre un milione di euro.
"L’indebito accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno al reddito genera iniquità e mina la coesione sociale soprattutto in questo difficile periodo di crisi economica e sanitaria" sottolineano dal Comando di via Gondola. "L’attività della Guardia di Finanza, finalizzata a reprimere le condotte illecite sull’impiego delle risorse finanziarie del bilancio pubblico, mira a garantire l’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione evitando il dispendio di risorse a beneficio di soggetti non aventi diritto".
Sui 70 soggetti individuati, 37 sono di origine extracomunitaria, 30 non hanno il requisito della residenza, 12 hanno una interdizione perpetua dai pubblici uffici, 8 non hanno comunicato di avere un familiare convivente in stato di detenzione, alcuni non hanno indicato tutti i redditi percepiti o vincite a giochi online o il possesso di immobili e auto di lusso, mentre altri sono stati individuati mentre lavoravano in “nero”.
G.C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.