Calolzio, Sonia vs Sonia: l'iter per assegnare gli alloggi era pienamente regolare. Dipendente comunale assolta

Foto scattata nel 2017 ad un presidio di solidarietà in favore
di Sonia Airoldi nei cui confronti, sempre su segnalazione
di Sonia Mazzoleni, era stato avviato un procedimento
disciplinare interno per delle prese di posizione
pubbliche in tema scuola, contro l'allora amministazione
Assolta con formula piena, ''perchè il fatto non sussiste''. Per Sonia Airoldi, dipendente del Comune di Calolziocorte si è chiusa quest'oggi una vicenda giudiziaria particolarmente sofferta.
A giudizio per l'ipotesi di reato di concussione (secondo l'articolo 317 del codice penale) alla donna, responsabile del servizio patrimonio dell'Ente, veniva contestata una condotta illegittima nell'ambito della procedura per l'assegnazione di alloggi popolari risalente all'aprile 2017.
All'origine del fascicolo d'indagine, originariamente aperto dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso per abuso d'ufficio (art.323 c.p.), un esposto presentato dall'allora assessore (oggi consigliere di minoranza) Sonia Mazzoleni che a sua volta aveva raccolto lo sfogo di un privato cittadino che lamentava di aver ricevuto presunte pressioni da parte della dipendente pubblica.
Quest'ultima - secondo il quadro accusatorio smontato dalla sentenza odierna - avrebbe sollecitato l'uomo a ritirare la domanda depositata all'ufficio, in considerazione di un supposto falso contenuto negli atti; il tutto allo scopo di agevolare la madre, anche lei coinvolta nella procedura di assegnazione degli alloggi. Un comportamento tenuto dunque dalla dipendente per favorire il familiare e trarre dunque una personale utilità.
Le indagini affidate alla Guardia di Finanza di Lecco hanno consentito di acquisire documentazione relativa alla vicenda, oltre a raccogliere ulteriori elementi testimoniali dalla presunta parte offesa. Un quadro, quello emerso, che aveva spinto il pubblico ministero a chiedere l'archiviazione del fascicolo, con il giudice per le udienze preliminari Paolo Salvatore che si era invece espresso per l'imputazione coatta, contestando - quale ipotesi di reato nei confronti della calolziese - la concussione.
Stamani la donna (che si è avvalsa del rito abbreviato e assistita di fiducia dall'avvocato Stefano Pelizzari) si è presentata davanti al giudice Salvatore Catalano che al termine della camera di consiglio l'ha assolta con formula piena, accogliendo dunque la tesi difensiva secondo la quale - oltre all'assenza di pressioni nei confronti del cittadino - la madre della dipendente non avrebbe ottenuto alcun vantaggio, risultando assegnataria di un alloggio diverso da quello per il quale la presunta parte offesa aveva presentato (e poi ritirato) la domanda.
Si tratta della seconda vicenda giudiziaria che si chiude con esito positivo per la calolziese, già destinataria di una precedente denuncia nell'ambito dello svolgimento delle proprie mansioni lavorative - ma archiviata dalla Procura in fase d'indagine - e presentata anche in quella circostanza dall'autrice dell'esposto sulla procedura degli alloggi popolari.
G.C.
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