Lecco, aggredirono le ''divise'': 8 mesi (con lavori di pubblica utilità) a 2 giovani fratelli

A novembre dovranno ripresentarsi davanti al giudice per comunicare l'ente presso il quale svolgere i lavori di pubblica utilità. In quell'occasione dunque, l'accordo per il patteggiamento raggiunto stamani in aula diventerà concretamente effettivo.
Otto mesi sono stati inflitti dal giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore, a due fratelli di origine marocchina - ma residenti a Oggiono - arrestati a inizio mese dopo aver aggredito tre poliziotti che li avevano sottoposti ad un controllo in pieno centro a Lecco.
Un equipaggio della squadra volante era infatti intervenuto lo scorso 1° ottobre a seguito di alcune segnalazioni relative alla presenza di giovani che, forse dopo aver alzato un po' il gomito, stavano litigando tra di loro e infastidendo i passanti.
A quel punto gli agenti avevano individuato i due soggetti che, nonostante i richiami a fermarsi, si erano allontanati frettolosamente costringendo gli operatori ad un inseguimento conclusosi a pochi metri di distanza. Una volta raggiunti però, i fratelli marocchini - uno classe 1995 e l'altro classe 2001 - si erano scagliati con violenza verso i poliziotti per tentare di sottrarsi al controllo, procurando a tre di loro ferite giudicate guaribili in poco più di una settimana. Al termine delle formalità erano stati dunque tratti in arresto per lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale: entrambi ubriachi (sottoposti a controllo presentavano una concentrazione di alcool nel sangue ben superiore ai limiti di legge), all'interno della Questura avevano dato luogo ad altre manifestazioni violente e a tentativi di autolesionismo, tanto da richiedere l'intervento del 118.
Dopo la convalida del fermo avvenuto all'indomani dell'episodio, stamani i due oggionesi sono tornati in Tribunale per la definizione del procedimento giudiziario a loro carico, assistiti dall'avvocato Cristiano Ratti.
Otto mesi l'accordo di condanna definito con il vpo d'udienza Mattia Mascaro, con il beneficio della pena sospesa subordinato però allo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Si torna dunque in aula fra qualche settimana per la definizione del percorso che i due fratelli dovranno svolgere; intanto permane nei loro confronti la misura cautelare dell'obbligo di dimora - e di firma - nel Comune di residenza.
G.C.
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