Lecco: a giudizio per abbandono del cane, è assolto

Ha confermato quanto detto nella precedente udienza dal suo ex compagno nonché padre dei suoi due figli: lei gli aveva chiesto di tenerle il cane mentre si recava al lavoro e che sarebbe passata a prenderlo il giorno successivo.
“Avevamo litigato quel giorno” ha detto la donna rispondendo alle domande postele questa mattina nell’aula del giudice Giulia Barazzetta. “Io il cane, che era di mia proprietà, non potevo tenerlo perchè dovevo andare a lavoro. Lui mi aveva risposto di no ma io ho insistito. Il giorno dopo sono tornata per recuperarlo ma il cane non c’era più, i vicini mi avevano detto che il canile lo aveva portato via”.
Una vicenda che ha portato però il suo ex compagno, D.M.G., queste le iniziali, un soggetto classe 1974 originario di Castellammare di Stabia e già noto alle cronache giudiziarie lecchesi - avendo precedenti per rapina, spaccio, furto, evasione, violenza privata tentata e violazione di misure di prevenzione - a giudizio con l’accusa di abbandono di animale.
Pare infatti che il golden retriever di proprietà della sua ex compagna fosse stato rinvenuto da alcuni vicini di casa il giorno 17 maggio del 2018 legato ad una balaustra fuori dall’appartamento presso cui l’imputato dimorava insieme ai figli, solo con una ciotola d’acqua. Allarmati per la permanenza dell'animale da diverse ore sul pianerottolo, dato anche il continuo abbaiare, erano state chiamate in serata le forze dell’ordine, che hanno poi provveduto ad allertare l’accalappiacani.
Chiusa la fase istruttoria questa mattina in tribunale a Lecco, il Vpo Mattia Mascaro ha chiesto la condanna dell’imputato al pagamento di 1.000 euro di ammenda. Di diverso avviso è stato il difensore, l’avvocato Filippo Bignardi, che, ripercorrendo i fatti di quel giorno, ha sottolineato al giudice come non sia stata raggiunta la prova che il cane fosse stato legato dal suo assistito alla balaustra e che anzi questi avrebbe lasciato l’appartamento proprio quel giorno, per recarsi a Milano a casa della madre per farsi aiutare con i due figli. “Quel giorno lui aveva avvisato la sua ex compagna che non avrebbe potuto prendersi cura anche del cane” ha concluso l’avvocato Bignardi, “in quanto dovesse già occuparsi dei figli. Quindi ha fatto le valigie e se ne è andato, lasciando nell’appartamento lei e il cane”. Per questi motivi la toga lecchese ha chiesto l’assoluzione dell’imputato con formula piena o per lo meno per insufficienza di prove.
Dopo una breve camera di consiglio, il giudice Barazzetta ha mandato l’uomo assolto perchè il fatto non sussiste.
B.F.
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