Vendrogno: ancora incursioni dei cinghiali, danni a Campofiasco

Prati e pascoli di nuovo nel mirino dei cinghiali a Vendrogno: questa volta a subire le conseguenze delle scorrerie notturne degli ungulati è stata l'azienda agricola Campofiasco nell'omonima località. La situazione è diventata insostenibile.
"La fienagione del primo taglio per noi è terminata verso metà luglio, ci troviamo ad un'altezza tale che lo sfalcio avviene più tardi rispetto alla pianura - spiega Valentina Meoli, la titolare -. Il secondo è stato impossibile da fare, io mi ritrovo con un ammanco tra le 800 e le 1.000 rotoballe di fieno, da 25 chilogrammi cadauna".

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Nei prati invasi dai cinghiali che con i loro musi grufolanti cercano radici, insetti, tuberi, entrando come Caterpillar, ricrescono solo erbacce inutilizzabili come cibo per gli animali. Dove sarà possibile farlo, serviranno almeno due anni per ricostruire il prato. "Noi abbiamo messo le manze a pascolare, ma hanno potuto brucare poco, essendo tutto devastato dai cinghiali - continua Valentina -. Ci sono luoghi dove non è possibile arrivare con i mezzi meccanici e la sistemazione deve avvenire soltanto a mano".
La pioggia su terreni così smossi crea ulteriori problemi perché l'acqua scava canaletti più facilmente, soprattutto dove c'è forte pendenza, causando l'erosione del cotico ancora più profonda. Lo strato superficiale che è il più fertile se ne va e riaffiorano i sassi, in questo modo il suolo si presta meno alla semina per la ricostruzione del nuovo manto erboso.
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