Calolzio, ex scuola di Sala: il Ministero conferma il vincolo, non potrà essere abbattuta

L'ex scuola di Sala
L’ex scuola elementare di Sala di Calolzio non potrà essere abbattuta come nelle intenzioni dell’attuale amministrazione comunale che, al fine di recuperare volumetria ottenendo al contempo un importante finanziamento dal GSE, aveva ipotizzato di liberarsi dell’immobile per poi edificare una “vera” palestra in sostituzione del “pallone” oggi in uso agli alunni e alle società sportive della frazione. Come si ricorderà per bloccare il progetto era stata avviata una raccolta firme online e, su istanza di uno dei progettisti, la Soprintendenza aveva avviato l’iter per riconoscimento del particolare carattere artistico dell’immobile, realizzato nel 1968 su disegno degli architetti Walter Barbero, Baran Ciagà, Giuseppe Gambirasio e Giorgio Zenoni. Il Comune, da parte sua, aveva, come da sua possibilità, presentato delle controdeduzioni, basate di fatto, sull’impossibilità a procedere al recupero funzionale dell’ex plesso scolastico, caratterizzato dalla presenza di impattanti barriere architettoniche – tra scale e locali posti a altezze differenti – nonche di ambienti piccoli, non recuperabili ad uso didattico o per altro scopo, stante anche il preventivo spopositato stimato dal professionista incaricato di valutare la riqualificazione della palazzina già una ventina d’anni fa.
“Il complesso scolastico rappresenta uno degli esempi di pregio dell’architettura italiana dei primi decenni del XXI secolo e uno dei lavori principali di un importante gruppo di progettisti del panorama italiano del secondo Dopoguerra, riconoscibile come espressione di una più ampia ricerca che coinvolge la cultura architettonica nazionale e internazionale, per la sua originalità, elevata qualità, anche rivolta a un suo possibile uso innovativo a livello tipologico e dell’applicazione delle tecnologie costruttive”.
Questo quanto però messo nero su bianco dal Ministero dei Beni Culturali, interpellato sulla vicenda, confermando dunque il vincolo emesso dalla Soprindentenza.
Sul tema, pronto l’intervento del gruppo d’opposizione Cambia Calolzio.
“Noi ci siamo spesi per il recupero di questo fabbricato, fotografato su 600 riviste di architettura, e che la LEGA voleva abbattere spendendo oltre trecentomila euro di soldi pubblici. Ora, dopo la Sovrintendenza alle Belle Arti, anche il Ministero per i Beni Culturali ha sancito con motivata forza che la ex scuola elementare non va abbattuta, ma riqualificata. Il recupero di questa scuola deve essere colta come una importante opportunità per una “progettazione collettiva e partecipata con tutti i cittadini”. Per questo proponiamo all’amministrazione comunale  di attivare un “concorso di idee” aperto alle Associazioni-agli ordini professionali di ingegneri,architetti, geometri- alle scuole- ai singoli cittadini e quant’altri, per contribuire a dare una seconda vita a questo edificio; con l’impegno poi di sottoporre pubblicamente ai cittadini, per una eventuale selezione, le proposte del “concorso di idee” (così come ha fatto recentemente la Fondazione Comunitaria Lecchese per la riqualificazione dell’Officina Badoni)”.
Resterà, qualora la proposta passi, poi da quantificare i costi. E capire chi li sosterrà.
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