Valmadrera: Mina e Mattia raccontano il loro Cammino di Santiago, oltre la rabbia, in amicizia

È il pellegrinaggio per eccellenza, con una storia lunghissima - che parte addirittura dal IX secolo d.C. - alle spalle. Loro ne hanno percorso una parte: circa 150 chilometri in due settimane partendo a piedi da Sarria, nella Galizia, dopo essere atterrati in Spagna il 9 luglio.

Mattia e Mina

Giacomina "Mina" Barera, 65 anni, e Mattia Cesana, 30 anni, entrambi soci dell'Associazione Banca del Tempo presieduta da Flavio Passerini, hanno condiviso nella serata di ieri, presso il Centro Culturale Fatebenefratelli di Valmadrera, la loro esperienza lungo il Cammino di Santiago che, di tappa in tappa, permette di ottenere la Compostela, ovvero il perdono dei peccati.
Una "piccola esperienza di cammino" - come l'hanno definita Mina e Mattia - speculare alla più grande esperienza di vita che li ha spinti a partire e ad affrontare un viaggio all'interno di sé stessi, tra momenti di gioia e profonda commozione. "Abbiamo affrontato pioggia, salite e passaggi veramente difficili, dormito in luoghi belli oppure orribili, mai in ostelli prenotabili in anticipo. Abbiamo scelto di accogliere tutto ciò che arrivava così come accadeva, senza facilitazioni o scorciatoie"hanno spiegato i due amici.

Sì, perché così si definiscono Mina e Mattia che, nonostante la differenza di età o di passo, hanno scelto di affrontare un tratto di strada comune, crescendo insieme, incontrando volti e ascoltando storie di altri pellegrini come loro. I due vivono nella stessa località di Valmadrera, al Molinetto: Mattia vi si è trasferito con la fidanzata Sarah nel 2020 e ha da subito familiarizzato con Mina che, una sera, ha rivelato alla coppia il desiderio di percorrere il Cammino. "Un desiderio che anche io avevo avuto, qualche anno fa, ma che non si era poi realizzato - ha spiegato Mattia - Le parole di Mina mi hanno spinto a ripensarci, nonostante all'inizio fossi titubante a causa del lavoro, della famiglia e degli impegni quotidiani". Dopo un confronto con la fidanzata, la decisione: "Il 1° giugno di quest'anno, tornando a casa da lavoro, ho citofonato a Mina e le ho detto di prepararsi perché l'indomani avremmo prenotato i voli per andare sul Cammino di Santiago. Non lo avremmo fatto tutto, ma solo una parte, perché anche così sarebbe stato importante, sarebbe stato il “Nostro Cammino”".
"Per me il Cammino è stato un modo di sfogare la rabbia e viaggiare dentro di me", ha commentato Mina, che ha viaggiato su una carrozzina a tre ruote a causa della Sindrome di Chiari che le è stata diagnosticata oltre vent'anni fa. "Lo scorso anno mi è stato diagnosticato anche un tumore maligno alla gola. Questa esperienza è stata unica in ogni sua sfaccettatura: ogni giorno è diverso dall'altro, con i suoi incontri - persone da ogni parte del mondo a cui raccontarsi e di cui ascoltare il racconto - il meteo pronto a cambiare, gli ostelli mai prenotati e le difficoltà, inevitabili. È un viaggio alla scoperta della natura e dei propri limiti, ma soprattutto alla scoperta di sé. Ti costringe a metterti in gioco, a percorrere, a muoverti e capisci quanto sia bello anche solo fare una cosa tanto semplice".

"Ci siamo imbattuti in varie sfide - ha proseguito Mattia - lungo il tratto si alternano tratti di sali e scendi molto semplici e subito dopo tratti impervi ed impossibili da superare con una sedia a rotelle, ci si può voltare e ritornare indietro fino a dove non si trova una via percorribile oppure se si è più fortunati si trova qualcuno che ti aiuta a superare l'ostacolo. Devo ringraziare Mina, perché se non mi avesse chiesto di partire probabilmente non lo avrei fatto: è stata lei ad accompagnare me e non viceversa".
Nel corso della serata, partecipata sia dal vivo che via diretta Facebook, sono state proiettate le foto del viaggio di Mina e Matteo, tra sentieri, chiesine, ostelli e natura.
"Durante il percorso io e Mattia ci siamo un po' "confessati" - ha rivelato Mina - il bello di questa esperienza è che ti tira fuori emozioni che altrimenti non proveresti o proveresti in minor misura. Per me questo viaggio era inizialmente un modo per sfogare la rabbia che avevo dentro, durante quello che non era un periodo bellissimo. E durante il viaggio mi sono raccontata e ho ascoltato i racconti altrui, tra lacrime e risate. E' stata un'esperienza emotivamente forte".

A destra Flavio Passerini

"Questo cammino ci è sembrato l'essenza della Banca del Tempo - ha commentato il presidente dell'Associazione Flavio Passerini - perché è la dimostrazione che essere diversi è una ricchezza e non una problematica, invece. Mina e Mattia hanno fatto una cosa che non so quanti di noi avrebbero fatto, dimostrando coraggio e voglia di mettersi in gioco". Un'occasione, quella di ieri, per ricordare la ripartenza della Banca del Tempo, dopo lo stop forzato a causa della pandemia. "Mercoledì e venerdì inizia il corso di Qi Gong, ricominceremo poi con le carte, con l'uncinetto; il 6 novembre avremo il concorso di poesia, abbiamo tante iniziative da realizzare e non vediamo l'ora".
Nel frattempo, un grande successo per la serata di cui sono stati protagonisti Mina e Matteo, una serata emozionante e commovente per tutti i partecipanti.
M.C.
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