Immigrazione clandestina: avvocatessa a processo per favoreggiamento e false dichiarazioni di ospitalità

Il 15 luglio 2020 l'avvocato milanese esperta in tematiche relative all'immigrazione A.R. veniva rinviata a giudizio davanti al Tribunale di Lecco per il solo favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Sancito invece il non doversi procedere per il secondo reato a lei contestato dalla Procura, ovvero la contraffazione di dichiarazioni di ospitalità utili al rilascio di permessi di soggiorno (come previsto all'art 5, comma 8 bis del testo unico sull'immigrazione).
All'appello promosso dal pm titolare del fascicolo dott. Paolo Del Grosso per il rinvio a giudizio della professionista per entrambi i capi di imputazione la Corte d'Appello di Milano ha risposto con la rimessione degli atti al Tribunale Lecchese, dove dal prossimo 1 aprile si celebrerà il processo anche per la presunta falsificazione.
L'impianto accusatorio per cui l'avvocatessa è finita alla sbarra la vorrebbe, appunto, autrice di documenti in cui veniva attestata (ai fini del rilascio di permessi di soggiorno) l'ospitalità da parte di persone regolarmente presenti su suolo italiano di sei richiedenti asilo originari di Senegal e Burkina Faso. I fatti risalirebbero al 2016. Successivi accertamenti da parte della Commissione Territoriale per il diritto d'asilo avrebbero poi rivelato che gli ospitanti segnalati dall'avvocato nelle attestazioni non avevano in realtà accolto nessuno o, in alcuni casi, risultavano addirittura inesistenti.
Oggi il giudice Giulia Barazzetta, in ruolo per la sola riassegnazione del fascicolo, ha rinviato la prima udienza del processo al 1 aprile davanti al collega Paolo Salvatore.
F.F.
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