Lecco: 'io sto con Mimmo Lucano', oltre 100 persone in piazza

“La condanna in primo grado di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, da parte del tribunale di Locri a 13 anni e 2 mesi di reclusione ci ha lasciato sgomenti. L'esperienza di Riace, elevata a modello di accoglienza dalla comunità internazionale, nel nostro Paese viene invece punita più severamente dei crimini di stampo mafioso; proprio ciò che, al contrario, Mimmo Lucano combatteva ogni giorno con le proprie scelte e le proprie azioni, proponendo un'esperienza di accoglienza e integrazione unica nel suo genere e che ha permesso a circa 6mila richiedenti asilo di lavorare e costruire la propria vita nel nostro Paese. Per questo vogliamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a Mimmo Lucano, simbolo di tutti coloro che ogni giorno si impegnano per la realizzazione di un mondo migliore, organizzando un presidio di protesta di fronte alla pena spropositata a cui è stato condannato”.

Queste le motivazioni dell'iniziativa promossa nella serata odierna dinnanzi al Municipio da Libera, Coordinamento "Noi Tutti Migranti" di cui fa parte CGIL, Mir Sada, Lezioni al Campo, Sinistra Italiana, Con la Sinistra Cambia Lecco, Rifondazione Comunista, Giovani Democratici, Unione Degli Studenti, Amici della Calabria e del
sud, Legambiente, Renzo e Lucio, Libreria Volante e Ambientalmente i cui rappresentanti si sono alternati al microfono, dopo l'introduzione affidata a Sara Canali.
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Oltre un centinaio le presenze. In piazza, tra gli altri, il consigliere regionale Raffaele Straniero, il sindaco di Dolzago di Paolo Lanfranchi, l'assessore lecchese Emanuele Manzoni e i consiglieri Alberto Anghileri e Alessio Dossi mentre il sindaco Mauro Gattinoni si è limitato a scattare una foto dalla finestra dell'ufficio da condividere sui social accompagnata dalla mera descrizione dell'evento: “Sono in diversi oggi, davanti alla sede del Comune, a manifestare a sostegno di Mimmo Lucano. Tante le realtà del mondo del volontariato, del sociale e dell’impegno politico, insieme a singoli cittadini, per esprimere vicinanza alla persona e supporto al modello d’integrazione di Riace”.

A trasportare gli intervenuti nella realtà del piccolo borgo calabrese le parole di Camilla Viganò, universitaria cresciuta, di estate in estate, proprio lì, immersa in quell'utopia divenuta realtà sgretolatasi poi con l'avvio dell'inchiesta a carico di Lucano. L'ha introdotta mamma Antonella Crippa, facendosi portavoce del grazie di Roberto Lucano, figlio di Mimmo e seguita poi papà Paolo con ulteriori pennellate per descrivere quanto personalmente toccato con mano negli anni.

“Solo lui ha avuto la capacità di trasformare ciò che gli altri considerano un problema in una risorsa” ha detto la giovane al microfono riferendosi ai migranti, snocciolando i nomi di coloro i quali, nel tempo, durante la frequentazione estiva di Riace, sono diventati anche suoi amici. Un modello, quello creato dell'ex primo cittadino, “divenuto poi scomodo”. “Troppa umanità” l'unica colpa ascritta a Lucano da Camilla che ha concluso condividendo con la platea l'auspico che non sia davvero tutto finito, “non si possono tarpare così le ali ad un sogno”.
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