Casargo: anche ai cinghiali piace l'uva di Indovino. Partita la vendemmia, 'sarà una buona annata'

Inizia oggi la vendemmia a Indovero, frazione di Casargo. Qui, ad una altitudine di 860 metri, Mattia Citterio e il padre Marino hanno realizzato la vigna Indovino mettendo a dimora  circa 800 piante di varietà Piwi, Muscaris bianco e 300 di Monarch rosso.

“Piwi è un vitigno particolarmente resistente alle malattie e non ha bisogno di trattamenti specifici. E' anche molto adatto all’altezza in cui ci troviamo noi - spiega Mattia – Nel 2012 abbiamo piantato le viti e per tre anni non hanno dato frutto in quanto hanno bisogno di adattarsi al terreno, alla pendenza e all’escursione termica del luogo”.
La prima vendemmia nel 2015, solo ad uso personale. Da parte di padre e figlio c’è stata subito soddisfazione per il lavoro svolto.

I ragazzi impegnati questa mattina nella vendemmia

Oggi la raccolta è dedicata alle uve bianche, settimana prossima si procederà con la rossa. Ad aiutare Mattia alcuni amici pronti a condividere la fatica con il giovane contadino ed a lasciarsi coinvolgere nella magia della vendemmia, attività che non si riduce al mero recupero dei grappoli ma apre al processo di produzione del vino.

A sinistra Mattia

Grande l'attesa riposta per l'annata 2021. La qualità della materia prima è già però stata saggiata anche da... visitatori indesiderati. Come in molti altri luoghi dell'Alta Valsassina, anche Indovero, è stata presa d'assalto dai cinghiali,  animali “ghiotti dei grappoli”, sottolinea Mattia. “Da parte nostro, per preservare i filari, li impacchettiamo con la rete antigrandine ma gli ungulati riescono comunque a distruggerle per sgranocchiare poi i frutti. Per una piccola realtà come la nostra, se ci viene sottratto un quintale di uva dai cinghiali, lo sentiamo sulla produzione finale. Fino a tre anni fa subivamo le scorribande di questi animali una sola volta a stagione, quest’anno quasi quotidianamente”. Un vero problema a cui è difficile far fronte.
Ma non c'è cinghiale che tenga dinnanzi all'entusiasmo di chi ha scommesso su Indovino. Chiediamo quindi a Mattia una valutazione su come sarà il vino del 2021. “Sicuramente migliore dello scorso anno, in quanto già dall’inverno scorso siamo riusciti a domare l’eccessiva vigoria con varie accortezze e la produzione è stata maggiore”. 

L’uva raccolta adesso sarà trasferita per la pigiatura alla cantina sociale a Rovagnate. Inizierà poi la “maturazione”. Solo a giugno 2022 si stapperanno le prime bottiglie e, calici alla bocca, si giudicherà il frutto di tante giornate di lavoro tra i filari “montani”, con vista Valle.
M.A.
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