In libreria i diari segreti di Giulio Andreotti: sono citati 'lecchesi'?

Il “divo” Giulio Andreotti è stato ufficialmente a Lecco nel maggio 1988, quando era ministro degli Esteri: ha presieduto un incontro elettorale al Teatro della Società per sostenere alla carica di sindaco Giulio Boscagli, primo cittadino dalla primavera 1986, dopo essere subentrato a Paolo Mauri. E’ uscito il volume di Andreotti “I diari degli anni di piombo – 1969-1979”, a cura dei figli Serena e Stefano (Edizioni Solferino). L’introduzione è dell’onnipresente Bruno Vespa, che conferma la linea lunghissima e di largo gradimento popolare sulla traccia di “Porta a porta”.


La copertina del volume sui diari di Giulio Andreotti

Bruno Vespa sottolinea: “I capitoli che possono interessare maggiormente gli studiosi e il pubblico appassionato di politica riguardano i rapporti con il Vaticano, con il Partito Comunista, con gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, con le altre correnti democristiane… Pagine di drammatico interesse sono quelle che raccontano la fortissima pressione della Chiesa per costringere la DC a promuovere il referendum per cancellare la legge sul divorzio.


Il presidente del senato Tommaso Morlino inaugura a Varenna
la passerella panoramica sul lago, nella primavera 1983

E nelle parole di Andreotti rivive il dramma dello stesso PCI di Berlinguer che vorrebbe anch’esso evitare una consultazione vincente ma profondamente divisiva. Sbaglieremo ma, leggendo dei rapporti fra il leader democristiano ed il segretario comunista – scrive sempre Vespa – si ha la sensazione che essi fossero più sinceri, se non più stretti, di quelli che hanno legato Andreotti alla quasi totalità dei capi corrente democristiani”.


Il vescovo mons. Sergio Pignedoli a Lecco, il 28 gennaio 1958,
con il sindaco Luigi Colombo e il presidente della Provincia Aldo Rossi

Il volume, di quasi 800 pagine, vede la pubblicazione de “I diari segreti” che coprono il periodo compreso dalla metà del 1979, con la fine del Governo Andreotti V, al 1989, con il ritorno a palazzo Chigi per l’Andreotti VI. Gli anni ’70 furono caratterizzati dagli accesi conflitti sociali avviati nel ’68 e funestati dal terrorismo e dall’attacco eversivo allo Stato, con le bombe e gli attentati culminati nel ’78 con l’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta. Il diario parte dal 19 novembre 1969 quando ci fu la prima vittima degli anni di piombo, l’agente di Polizia Antonio Annarumma, ucciso in una manifestazione a Milano che precedette di poche settimane la strage di piazza Fontana.


Il ministro Zamberletti con Giulio Andreotti

Nel volume di Giulio Andreotti vi sono citazioni e riferimenti a personaggi lecchesi? Passiamo a sfogliare l’indice dei nomi: è menzionato, una volta, a pagina 458 il presidente della Regione Lombardia Cesare Golfari, già sindaco di Galbiate; “c’è un incontro per concordare le misure necessarie per riparare ad un incidente occorso a Seveso, in una fabbrica di diserbanti: l’esplosione di un apparecchio ha cosparso la zona circostante di diossina”.


Il parlamentare lecchese Vittorio Calvetti con Giulio Andreotti

Due volte è citato il ministro Mario Martinelli, comasco, noto rappresentante di una corrente politica che si riferiva al centrismo popolare. Martinelli, più volte ministro anche alle Finanze, è stato ripetutamente nel lecchese e nel territorio della sua attuale provincia, avendo come riferimento operativo Salvatore Bonalumi, già sindaco di Ballabio e assessore nel capoluogo.
Undici sono le citazioni per Tommaso Morlino, quattro volte eletto al Senato della Repubblica nel collegio di Lecco, dal 1968 al 1979, deceduto improvvisamente a Roma nel 1983, quando era presidente dell’assemblea di palazzo Madama. Otto quelle per il cardinale Sergio Pignedoli, vicario generale della diocesi di Milano negli anni dell’arcivescovo Montini e papabile nei conclavi che hanno portato alle elezioni di Luciani e Wojtyla, come conferma Andreotti scrivendo il 21 gennaio 1979: “Alla colazione di Capranica per Sant’Agnese sono fra tre ex papabili Baggio, Pignedoli e Poletti…”. Pignedoli deve essere ricordato a Lecco per avere inaugurato nel gennaio 1958 il rinnovato vecchio teatrino dell’oratorio San Luigi, che prese la nuova denominazione di Teatro del Sagrato-Cinema Aquilone e che proprio in queste settimane è tornato all’attività presentando una rinnovata e moderna sala che conserva le linee della precedente architettura.


Il presidente della Regione Lombardia Cesare Golfari (1974)

Non poteva mancare Giuseppe Zamberletti, il ministro della Protezione Civile, tante volte nel lecchese, a Oggiono, in Brianza e, soprattutto in Valtellina nella tragica alluvione con l’esondazione dell’Adda, del luglio 1987: nel libro è citato dieci volte. Il recente volume a lui dedicato (“La luna sulle ali”) annovera nella documentazione anche una sua foto con Giulio Andreotti.
Un parlamentare vicino a Giulio Andreotti, infine, è stato Vittorio Calvetti di Lecco, a Montecitorio dal 1963 al 1976. Intense furono le relazioni durante il periodo in cui il primo era capogruppo dei democristiani alla Camera dei Deputati e Calvetti nel direttivo del gruppo. Il parlamentare lecchese ricordava la straordinaria statura politica di Andreotti, l’apprezzamento a livello internazionale dello spessore diplomatico, i suoi rapporti di aperture e di equilibri anche nei primi “disgeli” fra USA ed URSS.
Un’ultima nota tocca aspetti minori e curiosi. Nella pagina di contro copertina si può leggere, tra le rivelazioni originali, "6 marzo 1978: stanotte ho sognato Togliatti. Vestiva di grigio. Gli ho chiesto come stesse e mi ha risposto “Lassù non mi hanno trattato male”".
A.B.
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