In viaggio a tempo indeterminato/199: confini e... lingue nuove

Biagio ancora non lo sa ma nei prossimi mesi dovrà imparare molte lingue nuove.
Più che lingue direi parole straniere, dato che sarà difficile andare oltre i quattro pilastri della linguistica in viaggio:
- Ciao
- Grazie
- Prego
- Quanto costa?
Abbiamo aperto le danze con l'austriaco.
Nessun controllo mentre attraversavamo la frontiera con un'auto della polizia che si trovava alle nostre spalle.
Sembrava ci stesse scortando, finché non hanno deciso di sorpassarci con doppia linea continua. Si sa, la lentezza del Biagio non lascia scampo!
Una volta parcheggiato in terra austriaca è stato il momento di rispolverare un po' il tedesco imparato a scuola.
Mentre camminavamo per le strade di Villach, osservando degli strani lampadari di stoffa appesi nelle vie del centro, continuavamo a ripeterci "Guten morgen" (buongiorno), "Danke schon" (grazie)... Eravamo carichissimi, anche se sapevamo che il nostro tedesco arrugginito non sarebbe servito a molto in Austria, volevamo lanciarci.
Peccato che al primo "Kann ich Ihnen helfen?" (Posso aiutarti?) la nostra risposta sia stata "No gracias! Sólo para mirar!"
In spagnolo!
Esatto in spagnolo!
Noi in Austria ci siamo messi a parlare spagnolo.
Non l'inglese, lingua internazionale.
E nemmeno il tedesco delle scuole superiori.
In automatico il nostro cervello ha collegato "estero" a "spagnolo".
Dopo un anno e più a parlare solo questa lingua, oltre all'italiano, forse un po' dovevamo aspettarcelo.
La commessa del negozio, comunque, deve aver pensato non fossimo molto ferrati con l'austriaco e si è limitata a risponderci con un "ah, ok!" e un sorriso.

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La tappa austriaca è stata breve e di certo non è bastata a farci smettere di dire "Gracias" anziché "Danke".
Come inizio, però, non è stato niente male.
La benzina a 1.20€ al litro, le giornate di sole, la natura da cartolina, le mucche con lo sguardo inquisitorio.
Tutto come nei piani... in realtà non nei nostri piani dato che l'idea di visitare l'Austria ci è venuta la sera prima davanti a una pizza.
Come ormai facciamo da 3 anni a questa parte, programmiamo il meno possibile. Questo ci permette di essere liberi di cambiare i piani all'ultimo minuto e di rivedere l'itinerario persino mentre lo percorriamo.
Fa parte anche questo dell'avventura stessa.
Ciò implica, ovviamente, riorganizzarsi in pochissimo tempo e imparare a gestire ogni tipo di imprevisto dato che la vita stessa diventa una serie di "imprevisti".
E per rimanere in tema, sia di confini da attraversare che di imprevisti, ecco che è arrivato il momento di raccontare del confine Austria-Slovenia.



Un passo di montagna da attraversare, il Loibel Pass. 1000 metri l'altezza massima.
Biagio lentamente, sbuffando e borbottando, si è fatto strada tra le nuvole e la nebbia.
Le cime altissime che facevano da sfondo alla nostra salita, avevo il tempo di ammirarle in tutti i loro dettagli.
Così come potevo osservare attentamente lo sguardo folle e l'incoscienza di alcuni automobilisti che, noncuranti di tornati e curve a gomito, sorpassavano il nostro piccolo Biagio impegnato nel suo primo passo di montagna.
Arrivare in cima e poi scendere con il vento a favore è stata una bella sensazione.
Ci siamo finalmente fidati di questa lamiera blu che in quel momento ci stava dicendo "tranquilli, vi porto dappertutto!".

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Finito il passo di montagna, è stato il momento di un altro passo. Questa volta, però, qualcosa è andato storto e quel qualcosa era la mia caviglia.
Neanche il tempo di imparare il nome della cittadina in cui ci trovavamo che sono finita per terra.
Un marciapiede che finisce in diagonale, il cellulare che vola per terra, Paolo che urla a un signore "ICE ICE" e lui si volta dall'altra parte. Io che mi rialzo e mi viene da piangere per il dolore ma saltello fino a Biagio.
Mi siedo sul sedile.
Alzo la gamba e vedo che la caviglia inizia a ingrossarsi.
"Come quella volta in India che sei caduta da ferma!" Mi dice Paolo ridendo."Ne combini sempre una!"
"Lo faccio per te! Sennò ti annoieresti. Ci piacciono gli imprevisti, no?"
Ecco magari la prossima volta meglio un imprevisto che non mi faccia diventare la caviglia come uno zampone, che manca ancora un po' di tempo a Capodanno!
Angela e Paolo
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