Dopo un'estate in quota tornate a valle le mucche dei Ciappesoni. Tante richieste per seguirle nella transumanza

Fine della monticazione per le manze dell'azienda agricola Ciappesoni. I 90 capi di bestiame che erano suddivisi tra l'Alpe Tedoldo (Vendrogno), Morterone nonchè Caprecolo e Premaniga (Premana) sono ora nelle stalle di Crebbio di Abbadia e Bulciago.

Nel primo comune lariano, scelto da nonno Carlo per la sua attività, porta avanti il lavoro Armando mentre i fratelli Antonio e Assunta hanno avviato la loro azienda in Brianza. Con loro c'è anche Riccardo, 32anni, che con il papà e la zia si occupa delle mucche con parte del latte conferito alla Sant'Angiolina per essere trasformato in grana padano e parte venduto nei distributori automatici presenti sul territorio tra Lecco, Mandello e Calolzio.

Riccardo

Nella stalla di Abbadia invece trasformate il latte?
"Si, produciamo burro, mozzarella, latteria e 'formaggello', un formaggio magro tipico di Crebbio".
Da cosa deriva la scelta di mandare le manze in alpeggio?
"E' una scelta basata soprattutto sul desiderio di garantire il benessere animale. Tale tradizione permette poi di mantenere i pascoli puliti. Per quanto riguarda le manze che non producono latte infine, in alpeggio, è richiesto un minore impegno da parte dei pastori. Ad Abbadia durante il periodo estivo svuotiamo completamente la stalla in modo che lo zio Armando possa occuparsi della fienagione mentre a Bulciago rimangono le vacche in lattazione e le vitelline".

A Bulciago avete anche uno spaccio aziendale?
"Si, ed è anche molto frequentato, non solo per l'acquisto dei nostri prodotti ma anche per visitare gli animali, stare all'aria aperta, necessità emersa in maniera dirompente dopo i lockdown".
È cambiato qualcosa per voi dopo la pandemia?
"Nel modo di accudire gli animali in alpeggio no. In molti ci chiedono invece di poter partecipare alla transumanza, la cosa ci fa molto piacere e ci stiamo adoperando per poter esaudire la richiesta".
Dell'estate appena trascorsa in alpeggio sei soddisfatto?
"Si, gli animali sono stati bene e tutto è andato per il meglio. Vorrei ringraziare tutte le persone che ci hanno aiutato, ci hanno seguito nelle nostre iniziative, ci sono venute a salutare o ci hanno offerto un piatto di pasta: sono tutti gesti che ci fanno sentire parte delle varie comunità degli alpeggi".
Riccardo è cresciuto così, in un mondo in cui le sensazioni che si provano e le emozioni che si vivono sono scandite dalle regole della natura. "Questo lavoro mi appartiene e penso di non riuscire a farne a meno" conclude.
M.A.
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