Lecco perduta/290: la città capitale del remo europeo

Rimangono ancora oggi le gradinate sul lago e la tribunetta della giuria del vecchio campo di regata Lido di Pradello-Caviate al Brick-Malpensata. Sono cinque “gradoni” ampi che si allungano sul fronte delle acque per cento metri all’altezza del Lungolago 4 Novembre.


Le gradinate all'arrivo del campo di regata

Sulle gradinate delle tribune si possono notare benissimo i duemila metri del campo di gara noti per decenni a vogatori e sportivi, anche di diversi paesi europei. Nel 1935 si svolsero anche i campionati italiani, quando il “doppio” della Canottieri Lecco, con Mascherpa e Offredi, mandò in visibilio il pubblico locale, conquistando la maglia tricolore. Le famose regate internazionali si sono svolte sino agli anni Settanta del Novecento, solitamente in autunno, con la partecipazione di armi europei famosi.


Un equipaggio arriva sul traguardo

Le gare avevano preso avvio su un altro campo: quello che si allungava dal Porto di Malgrate, sulla sponda del Lario, verso la zona dell’attuale Ponte Nuovo. Su quest’ultimo tratto di lago dovevano svolgersi i campionati italiani del 1914, sospesi all’ultimo momento per le vicende pre-belliche. I tricolori tornarono a Lecco nel 1919, dopo la lunga parentesi della Prima Guerra Mondiale 1915/’18. Si remò sempre al Pescherino, e anche questa volta la Canottieri si fece onore sulle acque di casa, con il “singolo” di Nino Castelli, il vogatore tricolore e azzurro a cui è dedicata una via in quartiere San Giovanni, laterale di Viale Adamello, e anche il rifugio SEL ai Piani di Artavaggio.


Il sindaco Alessandro Rusconi premia un equipaggio in una regata anni '60/'70

Il campo di Pradello-Brick è del 1921: ha, quindi, cento anni. Ha visto grosse sfide di armi europei ed olimpici. Le prime regate importanti d’autunno sono del 1937; poi, la ripresa dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, con larga partecipazione internazionale. C’è da ricordare che nel 1948 il calendario prevedeva nove gare con equipaggi italiani provenienti anche dalla Tevere di Roma, Canottieri Firenze, Ginnastica Triestina, Timavo di Monfalcone, oltre ad equipaggi di Marina, Esercito, pompieri di Milano. La rappresentanza estera era nutrita con squadre di Austria, Belgio e Francia. Le edizioni delle regate internazionali sono state oltre trenta. Tante belle giornate di sport che, purtroppo, non sembra possibile rilanciare sulle acque del nostro lago. Vi sono state novità importanti nei regolamenti in campo internazionale e, soprattutto, il bacino di Lecco non assicura un’uniformità di corsie: vale a dire che gli equipaggi in gara su linee esterne rispetto alla riva ricevono una spinta di corrente maggiore di intensità rispetto a quelle verso il lato interno.


L'ultimo "8" della Canottieri Lecco, che partecipò alle regate anni '70

E’, quindi, nei ricordi la regata internazionale che già una settimana prima delle competizioni ospitava team italiani e stranieri con una presenza qualificata tanto da far scrivere che “la città diveniva capitale del remo europeo”. C’è da aggiungere che il gemellaggio fra la città francese di Macon e Lecco, realizzato nel 1972/’73, prima della serie poi divenuta più numerosa, si deve proprio alle competizioni che si disputavano sul fiume Saon, dove partecipavano anche equipaggi lecchesi della Canottieri ed era presente come cronista l’indimenticabile Arnaldo Ruggiero, noto esperto del remo.
A.B.
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