In viaggio a tempo indeterminato/198: quando fuori piove...

Il rumore che fa la pioggia quando cade sul tetto di Biagio è ufficialmente diventato uno dei miei suoni preferiti.
È proprio come una melodia che parte lentamente, poi diventa sempre più intesa.
Alti e bassi, con il vento come direttore d'orchestra.
Poi il silenzio, un respiro, e ricomincia la musica.
Non avrei mai pensato che il rumore della pioggia su una lamiera blu potesse essere poetico. E invece eccomi qui ad ascoltare questo suono tanto familiare quanto nuovo e inaspettato.
L'altra sera le nuvole hanno coperto il cielo a Tarvisio ed è iniziato il concerto.
Noi ci siamo sistemati sul divano dentro il minivan di 3mq che ormai chiamiamo casa, anzi casetta viste le dimensioni, rimanendo ad ascoltare con una tazza di tè in mano e una coperta sulle gambe.

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Un po' malinconica, molto umida, rigenerante.
È così che descriverei la pioggia.
Non l'ho mai apprezzata particolarmente, devo ammetterlo.
Forse perché ho sempre avuto le scarpe sbagliate e con i piedi bagnati non si è mai molto poetici.
Forse perché l'ho sempre vista come un fastidio da cui proteggersi.
La pioggia però assume un altro sapore quando sei libero di bagnarti, libero di ascoltarla per ore con un tetto che ti protegge e una copertina.
In viaggio la pioggia è sempre un'amica/nemica.
Quanto sono belli i temporali dopo una giornata caldissima?
Li adoravo in Asia quando arrivavamo all'ostello entro le 16, posavamo gli zaini e tutti sudati ci godevamo lo spettacolo e quel vento fresco che compariva magicamente da chissà dove.
Quanto sembrano interminabili, invece, le giornate durante la stagione delle piogge in Yucatan in Messico?
Abbiamo passato settimane, io e Paolo, a guardare la pioggia dalla terrazza dell'ostello di Bacalar lo scorso anno. Sembrava non finire mai. E io finalmente capivo perché tutta quella vegetazione fosse tanto verde.



Anche quando vivi in una macchina la pioggia non la apprezzi particolarmente.
Puoi solo rimanere seduto con le gambe incrociate e, puoi essere snodato quanto vuoi, ma alla fine perdi la sensibilità almeno in una delle due gambe.
Ecco quindi che quei pochi centimetri in più di Biagio hanno fatto la differenza e ora la pioggia quasi mi piace.
Certo il sole è sempre il mio preferito.
Ha quel potere di rendere più allegra qualunque cosa.
Come se con i suoi raggi facesse "evaporare" un po' di malinconia.
Ultimamente, poi, il sole per noi è diventato anche una risorsa energetica.
Ci regala un po' del suo calore e noi lo usiamo per ricaricare i cellulari e una lampada da usare la notte.
Usiamo la sua luce per fare altra luce.
A me sembra pura magia, in realtà è solo tecnologia ed è chiamata "pannelli solari".

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Quindi sì, abbiamo bisogno di entrambi.
Del sole che ci riscalda, ci rallegra, ci dà energia.
Della pioggia che ci bagna, ci mette malinconia e ci ricorda quanto siamo fortunati ad avere un tetto sulla testa, che sia di tegole o di lamiera blu.
Angela&Paolo
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