Lecco: il Parini 'scuola pilota' per una sfida tutta inclusiva. In campo anche Rota e Fumagalli

«Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze»: è stata la voce di Marta - studentessa dell’ISS «Giuseppe Parini» di Lecco e agonista del «Progetto Vodafone per EFW 2021 “Special Football”- Special Olympics Italia - Area Scuola» - a leggere il giuramento dell’Atleta durante la presentazione dell’iniziativa, questa mattina nel cortile dell’Istituto lecchese.

La kermesse ha avuto il via in questi giorni e si concluderà il 15 dicembre con l’ultima delle tre partite in programma, che coinvolgeranno dieci ragazzi per ciascuna delle scuole aderenti (insieme al «Parini» anche il «Rota» di Calolziocorte e il «Fumagalli» di Casatenovo).
Presenti, gli allievi partecipanti, i loro insegnanti e promotori del progetto, oltre alla Dirigenza e ai rappresentanti coinvolti del corpo docenti. «Special Football» tocca 13 Regioni in tutta Italia, con una scuola pilota per regione (per la Lombardia, appunto, il Parini): «Ogni Regione poteva presentare tre squadre - spiega Elvio Frisco, Direttore Provinciale di S.O. - Con quelle scelte da noi faremo tre manifestazioni, una in ottobre, una in novembre e una in dicembre, in cui le tre squadre si incontreranno fra di loro. Alla fine ci sarà la classifica, e quindi la premiazione. E’ un progetto fortemente inclusivo, si punta all’importanza dello stare insieme, al di là che si possa vincere o meno: ogni squadra in campo sarà composta da due allievi partner e tre BES. Questo, il progetto in pillole: la manifestazione è sponsorizzata da Vodafone ed è rivolta alle scuole superiori». Il 13 ottobre la prima partita a Casatenovo, poi il 15 novembre a Calolziocorte e infine il 15 dicembre a Malgrate: queste gli appuntamenti con le partite di calcio previste, che si svolgeranno prevalentemente nei campi a cinque, scolastici o dei paesi ospitanti.
«Sono sportiva da sempre - spiega Donata Minorati, Vicedirettore Regionale di S.O. – e sono orgogliosa e onorata di lavorare con questo tipo di sport, che è ancora più bello».

Al centro Marta

Marta ha 18 anni, pratica già karate e danza hip hop e ha voluto aderire con emozione alla proposta : «Sono contentissima. Ho sempre voluto giocare a calcio e adesso ho realizzato il mio sogno. Sono emozionata e felice di fare queste cose di Special Olympics, che mi aiutano a restare dentro di me per tirar fuori allegria, forza e tutte le cose che mi piacciono: per questo mi sento pronta a vincere tutte le mie tristezze».

Elvio Frisco e la preside Raffaella Maria Crimella

Orgogliosa e commossa anche Raffaella Maria Crimella, Dirigente Scolastico: «Il Parini è lieto che il professor Frisco ci abbia proposto come scuola pilota di questo progetto: in questi anni abbiamo dettato il passo già diverse volte rispetto al tema dell’inclusione. Sono anche particolarmente contenta delle altre scuole che hanno aderito con vero entusiasmo per cui abbiamo una scuola per territorio che compone la provincia di Lecco. E’ l’azione che conta, come leggeva prima Marta, per cui il fatto che si giochi a squadre miste sia in senso maschile e femminile che nel senso delle abilità o bisogni speciali, ci rende particolarmente orgogliosi dell’essere una scuola “polo”».
«Special Olympics» è il primo progetto «esterno» del post-pandemia, preceduto nel caso dell’ISS lecchese da altre occasioni, ma tutte pre-Covid: «E questo è un punto in più: la progettazione è fino al 15 dicembre, che è un sogno rispetto alla recente situazione degli anni passati. Speriamo che vada tutto bene».

Le due referenti del Rota di Calolzio

Presenti alla mattinata anche le referenti degli altri istituti: «Nella nostra piccola realtà - hanno detto Sara Lanfranchi, docente di Scienze Motorie al Rota e Maria Antonella Carsana, referente dell’Inclusione – collaboreremo con il progetto promosso e sostenuto dal professor Frisco. Il Rota è una delle scuole del territorio che accoglie alunni con disabilità anche grave e si dà da fare anche per seguire il processo formativo di questi alunni anche in ambito sportivo. Fino a prima della pandemia abbiamo sempre aderito ai progetti di Special Olympics per lo sport inclusivo, dando vita a bei momenti di condivisione anche con diverse scuole. Poi abbiamo dovuto interrompere tutto per il Covid, purtroppo. Abbiamo sempre fatto però nostro lo slogan di Special Olympics che prima ha letto Marta, perché le fragilità sono esperienza non solo dei ragazzi con bisogni speciali ma anche di tutti noi, nel quotidiano. E’ necessario lavorare sull’inclusione, cosa che non semplice, ma l’obiettivo della società inclusiva crediamo abbia carattere sovranazionale e bisogna lavorare in questo senso, per creare una società dove a ciascuno sia riconosciuto il diritto di avere un proprio posto: l’Istituto Rota con tutti noi docenti da sempre ha sposato questo ideale». Al via dunque, in ciascuna delle scuole aderenti le iniziative di presentazione ai ragazzi della «Special Olympics», in attesa della prima partita di metà ottobre: un segno di rinascita, dopo il lungo e difficile periodo della pandemia, all’insegna della sportività.
A.I.
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