I martedì dell'affido/3: l'accoglienza 'part-time' nelle parole di Rosana

E' un racconto giocato su una metafora quello che oggi propone Rosana, dando così voce a chi, non per forza in coppia, sceglie di rendersi disponibile all'affido diurno. E' dunque ad una forma di accoglienza part-time la protagonista odierna della nostra mini-rubrica del martedì, a cura del Servizio Affido Distrettuale - Ambiti di Bellano, Lecco e Merate.
La prossima settimana l'ultima puntata di questo piccolo viaggio pensato per avvicinare il pubblico alla conoscenza dell’affido e  delle  diverse modalità con cui è possibile mettersi a disposizione nei confronti di un bambino, un ragazzo o una famiglia in difficoltà.



ACCOGLIMI PER UN PO': quando l'affido è part-time


Quando mi hanno chiesto di raccontare la mia scelta, mi sono chiesta, cosa scrivo!!? Come posso trasmettere in lettere i sentimenti che questa esperienza lascia senza cadere nella banalità ed in sentimentalismi privi di quello che ritengo essere l’essenza di tutte le esperienze che viviamo, la concretezza.
Allora ho pensato ad un esempio che si poteva adeguare al mio racconto. Mi immagino in una spiaggia di pietre lontana dal mare, scalza e con la voglia di raggiungere l’acqua, la fatica di arrivare, il dolore delle pietre che torturano i miei piedi mi fanno cercare altre alternative ma non ne trovo. Rifletto e so che l’unica scelta è quella di alzarmi e camminare.
L’affido ritengo sia questo, alzarsi e camminare, intraprendere il viaggio, non sai dove ti porterà ma sai che finché non lo inizi non sarai mai te stesso fino in fondo. Se sei arrivata qui è perché il tuo cuore è pronto ad accogliere.

Le difficoltà dell’affido diurno e le sue bellezze:
Il quotidiano rapporto con il bambino durante la giornata è un’esperienza piuttosto complessa. Staccarsi dopo aver provato a costruire sapendo che forse, nell’arco delle poche ore che ti allontanano dal rivederlo, ogni tuo sforzo di rendere semplice la sua vita crollerà davanti alle fatiche giornaliere del vivere insieme alla sua famiglia di origine a volte lascia un senso di amarezza. Le pietre sono sempre lì a ricordarti le fatiche che ogni giorno devi mettere in atto tenendo conto di tutti i partecipanti del viaggio, le tue esigenze, quelle del bambino e quella della famiglia originaria. Avere la consapevolezza che devi sempre metterti dall’altra parte per meglio comprendere.

La bellezza sta nella rinascita di tutti i giorni, ogni fragilità diventa stimolo per ricostruire. In sostanza avere la capacità di assorbire un urto senza rompersi è la maturità che pensavo di non poter mai raggiungere.
Alla fine, si cresce, si matura, si raccoglie e si semina. Imparare a confrontarsi con gli altri ma soprattutto con sé stessi, il passaggio nella mia vita di persone che forse non rivedrò più o che comunque non saranno sempre con me e, comunque, aver voglia di mettermi in gioco mi ha fatto capire quanto sia ancora lungo il viaggio che traccia solchi indelebili ma non sempre ne siamo consapevoli. Anche il distacco, che è difficile, risulta meno duro se sappiamo che il nostro esserci lascia a questi bambini e ragazzi un piccolo segno del nostro passaggio.
Rosana
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