Civate: è sparita portandosi via i due figlioletti, 'pena sospesa' per una mamma

Era chiamata a rispondere del reato di sottrazione di persona incapace. Una mamma di origini togolesi è stata quest'oggi condannata a un anno, pena sospesa, dal giudice monocratico del tribunale di Lecco Maria Chiara Arrighi, all'esito del processo celebrato a suo carico. Il fatto in contestazione risale all'agosto del 2014. La donna - maturata la decisione di separarsi dal marito alla fine di una relazione turbolenta - era stata posta dai servizi sociali di Civate, paese dove risiedeva, in una struttura di accoglienza con sede nella vicina Valmadrera. Da lì, di punto in bianco, come emerso in istruttoria, lasciando solo un bigliettino per ringraziare il personale per il supporto ricevuto e dare dello "stronzo" all'ex, è sparita, portandosi via anche i due figliotti. Un fratello l'avrebbe raggiunta nel lecchese, portandola poi in Germania per ricongiugersi ad altri parenti. Da qui la denuncia sporta nei suoi confronti dal coniuge riuscito a rivedere i bambini, che hanno ormai 10 e 6 anni, solo in due occasione, l'ultima nel 2016, come raccontato in Aula in una precedente udienza, rendendo testimonianza, senza riuscire a spiegarsi la scelta compiuta dalla donna, assistita dall'avvocato Andrea Spreafico. Il legale quest'oggi si è battuto per l'assoluzione della propria assistita. E' passata però la tesi della Procura, rappresentata dal viceprocuratore onorario Caterina Scarselli che ha chiesto e ottenuto per l'imputata - non presente -  la condanna, pur al minimo della pena prevista per il reato di sottrazione di persona incapace.
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