Olivicoltura:  Il presidente “Consorzio Dop” Gaiatto di Perledo visita a Paù l’impianto di Bonanomi alla scoperta di sapori e profumi

“La mosca dell’olivo è un problema ma la vera emergenza è la cimice asiatica, che provoca danni irreparabili e che sta mettendo a rischio interi impianti”.
Non poteva essere più tranchant l’agronomo Michele Dell’Oro, relatore dell’incontro organizzato dal Gruppo Azione Locale (Gal) di Lecco e Brianza, nel parlare dell'importanza delle strategie di contenimento degli attacchi degli insetti. Nonostante la leggera pioggia, sono stati circa una quarantina gli olivicoltori e gli hobbisti del territorio lecchese che sabato mattina si sono presentati presso l'azienda agricola di Aleandro Bonanomi a Paù.



L’agronomo Michele Dell’Oro è il presidente del Gal Giacomo Camozzini

L'intera lezione, come da programma, si è concentrata sulla prevenzione e la lotta alla “mosca”, che proprio in questo periodo sta creando non pochi problemi alle coltivazioni del territorio.
A introdurre l'incontro è stato il presidente del Gal Quattro Parchi di Lecco Giacomo Camozzini, che ha sottolineato come l’iniziativa avesse lo scopo di sostenere l'attività degli olivicoltori che svolgono un ruolo importante nella salvaguardia e nella valorizzazione del territorio.
Il gruppo ha quindi raggiunto l'aula, il campo di ulivi dell'azienda agricola di Aleandro Bonanomi, posto alle pendici del San Genesio. Qui il dottor Giandomenico Borelli ha spiegato nel dettaglio le caratteristiche di questo insetto che “aggredisce” generalmente le olive nel periodo di luglio e agosto, quando le temperature variano tra i 20 e i 30 gradi. Quest'anno, il prolungamento della stagione estiva, con temperature elevate, ha favorito la proliferazione del dannoso insetto causando appunto non pochi danni alle colture.




L’intervento in campo del dottor Giacomo Borelli

“Quado la temperatura supera i 30 gradi o non supera i 20 la mosca non si riproduce - ha spiegato il dottor Borelli - E infatti nelle regioni più a sud, dove fa molto caldo, gli attacchi della mosca non arrivano in estate ma solitamente in autunno, quando le temperature tornato sotto i 30 gradi. Purtroppo è una situazione che con i cambiamenti climatici in atto ha cominciato a verificarsi anche nei nostri territori”.
E’ la presenza delle “punture” sulle olive a segnalare al coltivatore l'inizio della deposizione delle uova da parte della mosca e ogni insetto può arrivare a deporre dalle 200 alle 300 uova.
Il dottor Borelli ha illustrato i metodi efficaci per lotta alla diffusione con prodotti specifici o con trappole cromotropiche o a feromoni da installare tra gli ulivi.



Un attento monitoraggio settimanale, da parte dell’olivicoltore sulla presenza della mosca, consente però di metter in atto contromisure adeguate quando è ancora possibile contrastare la proliferazione dell'insetto.
“L’attacco della mosca comporta una perdita di tipo quantitativo in quanto l’oliva colpita spesso cade dall’albero - ha spiegato il dottor Borelli - ma soprattutto causa anche un deperimento di tipo qualitativo perché comunque l’oliva attaccata dalla mosca comporta un degradamento che può portare a dei difetti veri e propri dell’olio”.
E lo sanno bene gli olivicoltori del territorio quali danni l'attacco della mosca può comportare, sono molti infatti quelli che quest'anno dovranno accontentarsi di un raccolto decisamente modesto.
Si preannuncia invece decisamente positiva l'annata per l’azienda agricola di Aleandro Bonanomi, dove gli ulivi, nonostante qualche sporadico attacco della mosca e le conseguenze di una grandinata, sono carichi di frutti.



Il presidente del Consorzio Dop Massimiliano Gaiatto con Milena Bonanomi

 



Il prodotto di Nicola Brambilla, allevatore di capre a Paù, degustati al termine dell’assaggio dell’olio extravergine

 

Un risultato ottenuto mettendo in pratica tutti i suggerimenti e le indicazioni dell’agronomo Michele Dell’Oro.
“La difesa è una delle componenti che concorrono alla buona riuscita di un’annata olivicola, qui a Paù l’approccio è molto professionale - ha detto il dottor Dell’Oro, che segue l'azienda Bonanomi ormai da quattro anni - Abbiamo iniziato con l'analisi dei terreni per pianificare una corretta concimazione per ogni zona Qui sono un po’ diversi rispetto a quelli del lago, sono argillosi e quindi con maggior ritenzione d’acqua, questo ha ridotto lo stress idrico dovuto alla siccità. Iniziamo in primavera con un monitoraggio settimanale dell’impianto, soprattutto per quanto riguarda la presenza della cimice asiatica e sempre grazie al costante monitoraggio sono stati messi in atto interventi tempestivi che hanno permesso di ottenere i risultati che oggi tutti noi possiamo vedere.”.



L'intervento in campo dell’agronomo Michele Dell’Oro



Un costante monitoraggio delle piante e una strategia adeguata sembrano quindi essere gli aspetti determinanti, anche se non i soli, per produrre una quantità di olive adeguata alle aspettative.
“La scorsa settimana - ha proseguito Dell'Oro - essendo in un periodo in cui l'oliva è sensibile e fertile alle punture, avevamo deciso di abbandonare le trappole e passare a un trattamento con un “caolino”, un coprente che lo scorso anno ha funzionato molto bene. Purtroppo però ha piovuto e quindi abbiamo dovuto rimandare l’intervento. Nei prossimi giorni continueremo a monitorare la situazione e attueremo la strategia più adeguata all'evoluzione della situazione. L’importanza del monitoraggio costante è cruciale, non possiamo affidarci a dati storici perché ogni stagione è diversa…”.
Al termine della lezione in campo, i partecipanti hanno visitato l'intero impianto, che conta ormai quasi mille piante di olivo, di cui quattrocento messe a dimora la scorsa primavera.
Tornati in cascina i partecipanti all'incontro hanno preso parte alla degustazione guidata dell'olio extravergine prodotto la scorsa stagione da “Il podere di Aleandro” a cui hanno fatto da contorno i formaggi di capra e salumi prodotti dell'azienda agricola di Nicola Brambilla, sempre di Paù.

A condurre gli “allievi” alla scoperta dei profumi e dei sapori dei tre blend prodotti, è stato il neo presidente del Consorzio Dop Massimiliano Gaiatto, coltivatore di ulivi a Perledo, che ha preso il posto di Marino Maglia, che è stato tra l'altro ispiratore dell’impianto di Paù.
“Si tratta di un olio ineccepibile - ha detto il presidente Gaiatto - E’ un risultato che incoraggia e incentiva il lavoro che facciamo per tenere in ordine la campagna e che ci consente di ottenere una produzione apprezzabile che il mercato ci riconosce. Complimenti per gli sforzi che avete compiuto - ha concluso Gaiatto al termine della degustazione rivolgendosi direttamente ad Aleandro Bonanomi e alla moglie Milena - che ci consentono di essere qui oggi a godere di risultati eccellenti”.
Un giudizio che rappresenta una medaglia che Aleandro Bonanomi può appuntarsi con orgoglio sul petto.
Angelo Baiguini
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