Lecco: il 'nipote' Sperello di Serego Alighieri chiude con successo il Dante Festival

Grande successo per la conferenza che chiude il Dante Festival di Lecco. Ospite d'onore l'astrofisico Sperello di Serego Alighieri, diciannovesimo discendente diretto dell'autore della Commedia. L’incontro - dal titolo "La cosmografia dantesca tra antico e moderno" - è stato organizzato in collaborazione con il gruppo Deep Space ed è stato particolarmente apprezzato. 
Sono state ben due, infatti, i turni per poter accedere alla conferenza tenuta dallo scienziato. Attratto fin dalla giovane età più dalla scienza e dallo studio delle stelle piuttosto che dalla letteratura, Sperello Alighieri ha deciso di approfondire la figura del suo antenato proprio partendo da ciò che ama di più: l'astronomia.

Al centro Sperello di Serego Alighieri

Astrofisico di fama internazionale, lo scienziato ha lavorato nel campo dell'astronomia osservativa extragalattica, della cosmologia e delle strumentazioni astronomiche negli osservatori di Padova e Arcetri e per ESA (Agenzia spaziale europea) in Olanda e in Germania). Inoltre, ha costruito il prototipo dello strumento che ha consentito all'agenzia spaziale di partecipare al telescopio Hubble della NASA.
Attraverso le terzine dantesche, l’astrofisico ha analizzato la concezione del cosmo di Dante attraverso i vari indizi lasciati dal grande poeta. Con il passare del tempo l'astrofisico ha capito che il suo avo non era stato solo un grande letterato ma anche un profondo conoscitore delle teorie che descrivono l'universo medievale. Dante, infatti, parla di astronomia già nel “Convivio” per poi lasciare numerose tracce astronomiche nella sua opera principale.

Per il suo discendente, Dante inizia il suo viaggio tra il 24 e 25 marzo 1301, idea non accolta da tutti i commentatori che identificano come anno del viaggio ultraterreno il 1300, esattamente nel “mezzo del cammin” della vita del poeta e data del primo Giubileo della storia. Ma la teoria di Sperello si basa sulla descrizione dei cieli. Dante infatti conosceva bene il sistema tolemaico e la concezione del cosmo degli arabi. Sappiamo, ad esempio, che Dante inizia il suo viaggio in una notte di luna piena in primavera, che è a conoscenza della teoria della precessione degli equinozi, descrive la Via Lattea, discute con Beatrice nel secondo canto del Paradiso delle macchie solari e conosce addirittura le quattro stelle della Croce del Sud che descrive una volta uscito dalla natural burella.

L'esperto ha poi accostato le teorie di Dante sull'universo con quella della ipersfera di Einstein: di fatto entrambi gli universi sono illimitati ma finiti, nati da una singolarità iniziale da cui si sono generati spazio e tempo. Dante dunque riesce ad anticipare, seppur in forma poetica, molte teorie moderne per quanto spesso venga associato ha una visione spesso solo poetica dell’universo.
Sperello Alighieri ha poi chiuso la conferenza parlando della pesante eredità del suo cognome ricordando che la discendenza e la nobiltà svaniscono, se non ci si dà da fare per consolidarle. D'altronde, nella cantica del Paradiso è proprio il suo illustre antenato che ricorda che la nobiltà di sangue è come un mantello che presto si accorcia: “O poca nostra nobiltà di sangue, / […] Ben se’ tu manto che tosto raccorce / sì che, se non s’appon di dì in die, / lo tempo lo tempo va dintorno con le force”.
B.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.