Lecco: i No Green Pass tornano in piazza e sfilano in corteo. ''Siamo vicini al baratro''

I No Green Pass lecchesi sono tornati in piazza. Puntuali alle ore 17.30, anche quest'oggi il popolo contrario alla certificazione verde si è dato appuntamento sotto la statua di Cermenati, per protestare pacificamente.

I No Green Pass in Piazza Cermenati

Un gruppo che è sembrato più numeroso delle ultime volte: almeno centocinquanta infatti, i partecipanti alla manifestazione - sorvegliata da Polizia, Carabinieri, Digos e Polizia locale - che per la prima volta si è arricchita di una parte inedita. Dopo un'ora di interventi dal piccolo palchetto allestito a pochi passi dal lungolago, i contestatori hanno sfilato per le strade della città invitando lecchesi (e non) a ''ribellarsi'', ''svegliarsi''....insomma a non subire passivamente le scelte del Governo Draghi.

Del resto, come ha introdotto Paolo Negri - fra gli organizzatori del presidio - ''la situazione sta peggiorando''. Riferendosi alle sempre più stringenti politiche statali che di volta in volta stanno limitando il campo ai non possessori del Green Pass, il manifestante ha invitato i seguaci alla ''resistenza'', paragonando il copioso gruppo ai ''partigiani del 2021''.
''Siamo uno dei pochi Paesi al mondo con regole così pesanti'' ha detto Negri, esortando i suoi a intendere il concetto di politica come comunità, ma soprattutto come un diritto, per ribellarsi cioè a quello che viene - a loro dire - calato come imposizione dall'alto.

''Dobbiamo essere fermi come le montagne....è così per tutti: il loro ricatto è un'imposizione. Qui non si sta discutendo sulla bontà o no del siero anche se io lo sapete come la penso: non lo farei mai nemmeno a una gallina'' ha aggiunto, specificando di non voler fare propaganda elettorale, ma chiamando in causa il sindaco della città Mauro Gattinoni - che si era espresso in maniera alquanto scettica sulla manifestazione - e invitandolo a dire la propria direttamente dalla piazza. ''Voi dovete decidere solo una cosa: se siete ricattabili o no. Siamo vicini al baratro'' l'affondo finale rivolto ai presenti.

Almeno cinque i partecipanti alla manifestazione che sono saliti sul palchetto per dire la loro. Fra questi un pensionato, preoccupato dalla possibilità di non poter più percepire la pensione, poichè sprovvisto della certificazione verde.
''Fra un po' ci toglieranno anche quella'' ha detto, mentre un'altra manifestante ha raccontato la propria esperienza di lavoratrice per una cooperativa al servizio delle scuole. ''Da qualche giorno mi hanno sospeso'' ha raccontato, spiegando di non volersi sottoporre nè al vaccino, nè ai tamponi e preferendo così stare a casa piuttosto che ''piegarsi'' alle imposizioni governative. Del resto lo stesso Paolo Negri durante il suo intervento ha spiegato di aver messo in contatto molti amici e persone che condividono il medesimo pensiero sull'argomento, con avvocati che potrebbero aiutarli nel presentare eventuali ricorsi.

A proposito di lavoro e Green Pass, era presente anche Valentino Di Carlo, docente diventato noto alle cronache nazionali per un'intervista rilasciata a Repubblica e ripresa poi da molte altre testate, nella quale esprimeva la propria contrarietà all'obbligo di possedere la certificazione verde per poter entrare a scuola ed esercitare una professione che - nel suo caso - svolge da precario.

''La libertà di scelta non può essere derogabile'' ha detto, confermando le proprie perplessità rispetto al vaccino, al quale non si è ancora sottoposto. ''Noi dobbiamo rimanere uniti, non isolarci. Si è già creata una frattura troppo grande fra noi e i vaccinati e questa cosa non va bene. Così finiamo per essere etichettati e non è giusto. Pagare il tampone per poter lavorare non è democratico'' ha aggiunto il docente di origine abruzzese.

Un'esperienza la sua, che si è unita a quella di altri e tutte accomunate dal diritto di rivendicare la propria scelta, senza imposizioni.

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