Lecco: al Dante Festival gli 'Inferni' che sconvolsero il mondo del cinema

L’Inferno di Dante ha sempre esercitato una forte influenza sull’immaginario collettivo. Anche il cinema degli esordi non ha saputo resistere alla tentazione di trasformare le terzine del Sommo poeta in immagini in movimento. Tanti gli esempi che si possono fare: sono quasi 60, infatti, i film dedicati alla Divina Commedia e 20 le pellicole mute. E naturalmente anche il cinema italiano si è cimentato nella colossale (e ambiziosa) impresa di portare il viaggio dantesco sullo schermo.



Nella serata di giovedì 16, presso la sala Ticozzi di Lecco, il regista Ettore Pasculli ha analizzato due film che hanno influenzato profondamente la storia del cinema muto, due kolossal che hanno per oggetto proprio la prima cantica del poema. L'evento – dal titolo “I due “Inferni” che sconvolsero il mondo (del cinema)” – è stato organizzato dalla delegazione del FAI di Lecco in collaborazione con la Provincia e rientra negli eventi del Dante Festival. All'incontro ha partecipato, come spettatore, anche il sindaco della città Mauro Gattinoni.



Durante la serata è stato proiettata la pellicola di Giuseppe Berardi e Arturo Busnengo che, rimasta a lungo ignorata negli archivi, è stata ritrovata nella Filmoteca Vaticana solo qualche anno fa dallo stesso Pasculli. Dopo un lungo lavoro di ricerca e restauro, il regista ha riportato agli antichi splendori un film che nel 1911 riscosse un enorme successo internazionale soprattutto per gli effetti speciali, per poi essere, però, dimenticato e andare perduto. 



Dopo un breve excursus sulla storia del cinema muto, Pasculli ha raccontato la genesi di questi due film, sicuramente degna di un romanzo. Le due pellicole avevano lo stesso titolo – “Inferno”, appunto –, ma due tempi di produzione e due budget ben differenti. Escono entrambi nel 1911 ed inevitabilmente lo scontro tra le due produzioni diventa feroce. Il film di Berardi era stato realizzato in soli quattro mesi, in fretta per bruciare l'avversario, con costo di 8mila lire; il lungometraggio diretto da Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Padovan, invece, aveva a disposizione 100mila lire e tre anni di lavoro alle spalle. Se il primo ha una durata di circa 15 minuti, il secondo comprende ben 54 scene per più di un'ora di girato.



Quest'ultimo inoltre è stato realizzato sulle montagne del lecchese, scelte come suggestiva cornice per il paesaggio spesso insidioso e ostile dell’Inferno. Immediato il successo di entrambi i film che vengono distribuiti e studiati anche negli Stati Uniti e in tutta Europa. Ovviamente le due produzioni mettono in cantiere anche Purgatorio e Paradiso, che però non avranno lo stesso successo della prima cantica. D'altronde, c'era da aspettarselo: noi uomini siamo sempre stati più affascinati dalle forze del male. E l'Inferno di Dante ne è la più plastica rappresentazione.
B.V.
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