Lecco: per il Cortile delle botti e dei sassi Micheli a processo per 170.800€ 'distratti'

Un disegno dello storico cortile lecchese
nel libro dedicato allo stesso da Aloisio Bonfanti
Si è aperto nella mattinata odierna in Tribunale a Lecco il processo intentato nei confronti di Mattia Micheli, imprenditore noto sul territorio lecchese anche per il suo impegno politico, rivestendo il ruolo di capogruppo in seno all'assise monocolore di Abbadia Lariana e di consigliere provinciale in quota centrodestra. Bancarotta fraudolenta l'ipotesi di reato - ancora tutta da provare in sede giudiziaria - ascritta al trentanovenne. Al centro del procedimento - che entrerà nel vivo solo alla prossima udienza calendarizzata per il 16 dicembre - vi sarebbe, da quanto si è potuto finora apprendere, una supposta distrazione contestata dalla Procura all'imputato quale legale rappresentante della CBS srl, società nata per il "rilancio" dello storico Cortile delle Botti e dei Sassi di via Ghislanzoni a Lecco, dichiarata fallita nel 2019. 170.800 euro la cifra indicata nel capo d'imputazione. Tale somma sarebbe uscita dai conti della CBS - immobiliare che arruolava la Impresa edile Micheli Livio & figli attivamente impegnata in cantiere nei lavori ed altri soci di capitale - in favore proprio dell'impresa edile, poi anch'essa "andata all'aria" dopo aver tentato la strada del concordato. "Senza alcuna giustificazione contabile" a detta della curatela, costituitasi parte civile per il tramite dell'avvocato Davide Brambilla, lecchese del Foro di Como, non persuasa della motivazione a posteriori fornita dalla CBS, rappresentata appunto da Mattia Micheli, che avrebbe legato il versamento in favore dell'impresa costruttrice - evidentemente già dal nome, di famiglia - agli oneri di urbanizzazioni dovuti al Comune di Lecco per la ristrutturazione del Cortile delle Botti e dei Sassi. 57.000 euro la pretesa di Palazzo Bovara. CBS avrebbe però optato per acquistare dalla Micheli un terreno da cedere poi all'Ente pubblico al posto del pagamento cash. Peccato, sostiene il curatore, che l'impresa di costruzioni non avesse nelle proprie disponibilità l'appezzamento in oggetto al momento del versamento (comunque "sproporzionato") effettuato dall'immobiliare in suo favore e peccato poi che dopo il fallimento della Impresa edile Micheli Livio & figli quel rettangolo verde a Rancio sia stato venduto per soli 2.000 euro, cifra - pur certamente ribassata per effetto della procedura - dunque quasi irrisoria rispetto a quella bonificata da CBS. Chiaramente tutto ciò sarà oggetto del dibattimento, quando emergerà anche la linea difensiva dell'imputato che, in sede di udienza preliminare, nei mesi scorsi, ha optato per non adire a riti alternativi, evidentemente nella convinzione di poter dimostrare in Aula la propria estraneità alle accuse. Nel frattempo, per il tramite del proprio legale, quest'oggi - rigettando comunque ogni ammissione di responsabilità - ha offerto al fallimento un assegno da 10.000 a titolo risarcitorio, assegno accettato dall'avvocato Brambilla ma "a titolo di acconto del maggior danno".
Il curatore citato dalla Procura - oggi rappresentata dal pubblico ministero Paolo Del Grosso ormai in partenza per Torino - sarà il primo testimone ad essere escusso, seguiranno quelli indicati dalla parte civile, incluso il dottor Cesare D'Attilio, curatore del fallimento Impresa edile Micheli Livio & figli. L'istruttoria proseguirà poi a marzo quando lo stesso Mattia Micheli avrà la possibilità di raccontare la propria verità rendendo esame.
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