Valmadrera, Malgrate, Civate e Pescate insieme per una 'Comunità amica delle persone con demenza': presentato il progetto

Nasce la “Comunità amica delle persone con demenza”, primo esperimento lecchese di un progetto partito nel 2016 da Abbiategrasso e che si è diffuso in tutta Italia contando oggi 34 iniziative che fanno riferimento alla Fondazione Alzheimer, la quale annualmente concede l’utilizzo di un vero e proprio marchio. Naturalmente in inglese: “Dementia Friendly”. Perché ormai va così, ma forse anche perché addolcisce l’impatto con una realtà difficile.

Stefania Buzzetti (cooperativa Arcobaleno), Silvia Tantardini (assessore Civate), Simona Mascellaro (Federazione Alzheimer Italia), Sara Cipriano (assessore Malgrate), Rita Bosisio (assessore Valmadrera), Maria Grazia Nasazzi, (Fondazione comunitaria del Lecchese).

Nel Lecchese sono coinvolti i Comuni di Civate, Malgrate, Pescate e Valmadrera, già aderenti al progetto “L’ago” realizzato con la cooperativa Arcobaleno per sviluppare sul territorio forme di sostegno agli anziani e che ha già visto l’avvio di servizi come gli “Spazi salute” o la cosiddetta custodia sociale, ma anche la costituzione dei gruppi “abc” di appoggio ai famigliari che si occupano di persone con demenza medio-grave.
L’intento è quello di creare una comunità nel suo complesso cosciente e attenta nei confronti delle persone che soffrono appunto di demenza senile, dal vero e proprio alzheimer ad altre forme di decadimento cognitivo. Un lavoro che richiede molta pazienza e molto tempo, come ha spiegato Simona Mascellaro della Fondazione Alzheimer, intervenuta alla presentazione del progetto accanto agli assessori comunali Sara Cipriano di Malgrate, Silvia Tantardini di Civate e Rita Bosisio di Valmadrera; alla referente della coooperativa Arcobaleno Stefania Buzzetti e alla presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi.

Alla realizzazione del progetto si è cominciato a lavorare già tempo fa, dovendo poi fare i conti con le restrizioni per il covid che tra l’altro in molti casi hanno aggravato le condizioni di isolamento di molte persone anziane che hanno visto venire improvvisamente meno i punti di riferimento della vita quotidiana.
Si è partiti con una mappatura delle esigenze e dei servizi presenti sul territorio dei quattro Comuni per poi diffondere un questionario tra le persone interessate per verificare il livello di conoscenza sia della malattia che dei servizi ai quali poter fare riferimento, ma anche per raccogliere le necessità: è risultato per esempio evidente come sia gradita la possibilità di momenti di condivisione con altre persone che vivono lo stesso problema.
E’ stato quindi creati un “tavolo promotore” che raccoglie, oltre ai Comuni, le parrocchie e le diverse associazioni di volontariato impegnate sullo stesso fronte. Quello del “tavolo promotore” è il primo della serie di obiettivi intermedi indicati dalla Fondazione Alzheimer per far decollare il progetto e ottenere il marchio “Dementia Friendly”. Si aggiungono la nomina di un responsabile che sarà referente e responsabile della realizzazione del programma e l’avvio di iniziative par dare voce direttamente alle persone affette da demenza senile (o ai loro famigliari). Per arrivare successivamente alla predisposizione del vero e proprio piano di azione. Che prevede interventi su due fronti: da un lato lato la formazione vera e propria di chi ha a che fare direttamente con i malati, dall’altro la sensibilizzazione dell’intera comunità: i negozianti, gli agenti di polizia locale, tutte le persone che in qualche modo possono incontrare gli anziani in difficoltà. Arrivando magari anche a disegnare spazi e percorsi differenziati o protetti. Tre le esperienze citate, l’installazione di panchine per il riposo all’interno dei supermercati o la creazione di servizi di trasporto mirati. Ogni comunità individuerà le proprie priorità e gli interventi che intenderà mettere in cantiere.

Proprio sul fronte della formazione è già stato organizzato il primo corso di formazione che si articolerà in due sessioni (il 27 settembre e il 4 ottobre) che si terranno all’auditorium Fatebenefratelli di Valmadrera con la docenza di Valentina Molteni, psicoterapeuta e consulente di diverse case di riposo ma anche socia fondatrice del Gruppo di invecchiamento consapevole. La partecipazione è gratuita ma occorre iscriversi entro il 23 settembre scrivendo a  progettopololago@gmail.com o telefonando al numero 348.745.9223.
Come detto, si tratta del primo progetto del genere nella provincia lecchese. Una sua eventuale estensione dovrà necessariamente vedere la creazione di altre comunità da parte dei Comuni interessati. Come ha spiegato la stessa Mascellaro, infatti, per garantire che la “comunità amica” possa essere davvero efficiente è necessario che il suo bacino di utenza sia limitato. Per le analoghe iniziative in cantiere a Milano e a Torino, per esempio, il consiglio è quello di circoscrivere l’intervento a singole zone metropolitane. Al di sopra di un certo numero di abitanti, infatti, la gestione del progetto risulta pressoché impossibile.
D.C.
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