Lecco: sotto lo stesso cielo di Dante nella sera della sua morte, 700 anni dopo

Per comprendere fino in fondo l'opera di Dante, e la Commedia in particolare, è necessario conoscere la cultura medievale. L'astronomia - che il Sommo poeta definisce tra le scienze la più "nobile e alta" - ricopre un ruolo fondamentale e scandisce il tempo del viaggio durante il Purgatorio, la cantica centrale dell'intera opera. Quello che compie Dante non è solo un viaggio dell'anima, ma anche un viaggio fisico e, nel regno di coloro che si stanno purificando, ha la possibilità di riappropriarsi di stelle, delle albe e dei tramonti. 

 A 700 anni esatti dalla morte dell'autore la città di Lecco ha deciso di celebrare la notte della sua morte - avvenuta tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna - con un evento che vede proprio le stelle come protagoniste. Lunedì scorso, presso il Civico Planetario, Loris Lazzati, responsabile della programmazione, ha curato l'evento dal titolo "In viaggio con Dante: i paesaggi celesti del Purgatorio".

Sotto la cupola del planetario i presenti hanno così potuto seguire i passi di Dante e di Virgilio sul monte del Purgatorio e hanno potuto associare i versi, spesso di non facile comprensione, al cielo contemplato dai due viaggiatori. Durante la serata è stato riprodotto il cielo del 6 aprile 1300, data in cui Dante arriva alla spiaggia del Purgatorio. Ovviamente si tratta di ricostruire, attraverso le descrizioni del poeta, un cielo che spesso offre immagini allegoriche. Ciò non toglie che l'operazione tentata da Lazzati è ben riuscita e ha coivolto attivamente gli spettatori (a volte un po' spaesati, ma molto incuriositi).
Dopo un breve excursus sulle diatribe in merito alla data della partenza di Dante, sono stati analizzati alcune terzine del Purgatorio e il relativo cielo.

Per l'autore della Commedia la terra è al centro dell'universo, ferma. Attorno troviamo le sfere celesti, ciascuna contigua alla successiva. Le stelle sono menzionate molte volte e il Poeta ritiene erroneamente che esse riflettano la luce del sole, come la luna e i pianeti. Subito dopo essere uscito dall'Inferno, Dante menziona quattro stelle, forse la croce del Sud, ma  probabilmente si riferisce a quattro stelle sconosciute, viste solamente da Adamo ed Eva.

L'astronomia di Dante è spesso semplificata o più semplicemente omette e inventa alcuni dettagli per dare maggior forza poetica al suo racconto. A 700 anni dalla sua morte, però, la sua visione dell'universo continua ad affascinare decine di studiosi e migliaia di lettori. La descrizione del cielo rende infatti concreto il viaggio, una lettura sempre appassionante che nasconde, tra le sue terzine, mille sfumature.

L'incontro è stato parte integrante del Dante Festival Lecco che avrà come appuntamento finale (20 settembre) una conferenza che avrà per protagonista Sperello Alighieri, cosmologo dell'osservatorio di Arcetri e discendente in linea diretta di Dante. Martedì 14 è prevista una conferenza su Dante e l'islam, giovedì 16 si parlerà di cinema, mentre venerdì 17 Stefano Motta approfondirà il rapporto tra Dante, Stoppani, Manzoni e montagne di Lecco.
B.V.
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