Colico, morte di due giovani a un festino: il PM chiede tre anni e mezzo per l'amica

Le due giovani vittime
Tre anni e sei mesi. E' la richiesta avanzata stamani dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso nei confronti di Eala Della Morte, unica imputata per il decesso di Daniel Ghedin, 19enne originario di Sorico (Como) e Riccardo Micheli, 18 anni, di Piantedo (Sondrio) trovati esanimi il 26 aprile 2020, in piena emergenza coronavirus, in un appartamento di Via Nazionale a Colico, a poche ore da un festino a base di alcool e droga, organizzato insieme a due amiche, fra le quali appunto anche la 21enne.
Se lo scorso marzo era stato il giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano ad esprimersi a favore della richiesta di rito abbreviato avanzata dai difensori della giovane, questa mattina in tribunale a Lecco ha preso per primo la parola il pubblico ministero titolare del fascicolo - aperto nell'immediatezza del rinvenimento dei cadaveri dei due ragazzi - motivando la richiesta di condanna. Cessione di sostanza stupefacente e morte quale conseguenza di altro delitto, sono le accuse formulate  dal dr.Del Grosso nei confronti dell'imputata, residente in provincia di Sondrio.
Secondo la tesi della Procura sarebbe stata proprio la 21enne a ''passare'' l'oppioide sintetico ai due amici; sulla base degli elementi e dalle testimonianze raccolti dai carabinieri del comando provinciale di Lecco, le boccette trovate nell'appartamento andrebbero infatti ricondotte proprio alla ragazza classe 2000, già in cura al SerT proprio per problemi di tossicodipendenza e "beneficiaria" dunque della sostanza, in quel periodo fornita con minor frequenza e dunque in maggior quantità tutta insieme dalla struttura sondriese presso il quale era assistita, per evitare assembramenti e spostamenti in fase di lockdown.
Assente stamani in aula, la giovane era assitita dai suoi legali di fiducia, gli avvocati Manuela Ghezza e Marcello Perillo, che la scorsa udienza aveva chiesto che il rito abbreviato fosse condizionato all'esame dattiloscopico delle boccette, probabilmente per avere riscontro dell'effettivo ruolo attivo della sondriese nel cedere il metadone ai due amici. Un'istanza parzialmente rigettata dal giudice, che aveva unicamente ammesso l'imputata al rito, considerando tuttavia la condizione posta dalla difesa non decisiva ai fini dell'accertamento della penale responsabilità della stessa.
Fra i presenti anche l'avvocato Lucia Nulli del foro di Como che si è costituita parte civile per conto dei familiari di Daniel Ghedin, intervenuti in aula così come quelli di Riccardo Micheli. Non sono mancati attimi di tensione e di commozione durante la lunga udienza, con le madri delle giovani vittime uscite dall'aula durante la discussione dei legali della 21enne, che si sono battuti per l'assoluzione, cercando di smontare il quadro accusatorio contestatole. La giovane fra l'altro era finita in manette a fine marzo con l'accusa di furto aggravato, per un'altra vicenda avvenuta ancora una volta fra Colico e la provincia sondriese.
Il giudice Catalano, una volta conclusi gli interventi (con la parte civile che ha depositato anche una richiesta di risarcimento danni), ha aggiornato l'udienza al prossimo 16 novembre per le eventuali repliche e il pronunciamento della sentenza finale.
G.C.
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