Dervio: inaugurata con il vice console Usa, Piazza 11 settembre 2001. 'Dobbiamo avere l'orgoglio di difendere la nostra civiltà'

Tutti ricordiamo perfettamente cosa stavamo facendo l'11 settembre 2001. A distanza di vent'anni il piccolo comune di Dervio, bomboniera dell'Alto Lago, ha scelto di legare indissolubilmente una delle pagine più significative della Storia a noi contemporanea con sua stessa storia, con un filo invisibile che unisce così quel che fu il World Trade Center con quella che fino ad oggi è stata chiamata Piazza Mercato.

Alla presenza del vice console USA Thomas Chidiac e del Prefetto di Lecco Castrese De Rosa, in rappresentanza dei due Governi, “uniti da profondo legame” come sottolineato da Sua Eccellenza, questa mattina si è tenuta una cerimonia di re-intitolazione di quello spazio, ribattezzata Piazza 11 settembre 2001. Scoperto così, dinnanzi ad una platea di cittadini e sindaci del territorio in fascia tricolore, il monumento realizzato dalla comunità di Dervio quale memoriale. “E' stato fatto grazie a persone che hanno donato” ha puntualizzato il borgomastro Stefano Cassinelli, aprendo il proprio discorso con sentiti ringraziamenti a Raffaele Rubini per la putrella che rappresenta il World Trade Center distrutto, a Natta Graniti per le Torri gemelle in granito realizzate in scala, alla ditta Bonazzola per la composizione del monumento nonché a Vivai Fiordelmondo per le decorazioni floreali.

Terzo da sinistra il vice console Thomas Chidiac con al fianco il sindaco Stefano Cassinelli e il
Prefetto Castrese De Rosa tra i rappresentanti dei comuni limitrofi

“Poi devo ringraziare tutti i rappresentanti delle istituzioni: sindaci, consiglieri regionali, parlamentari, autorità religiose, militari e civili. In particolare ringrazio il prefetto Castrese De Rosa e il vice console degli Stati Uniti d'America Thomas Chidiac. Voglio ringraziare i miei consiglieri comunali che sono sempre pronti a nuove e coraggiose sfide. Voglio ringraziare Sami Mehdaoui, leva civica in comune a Dervio che mi ha aiutato a organizzare questa commemorazione e lo ringrazio per avermi mostrato un giovane che ha dei solidi principi culturali. Ma soprattutto ringrazio i cittadini che sono qui per questo momento di memoria. Non ci saranno inni, benedizioni e corone di fiori, non vuole essere un momento di patriottismo ma un momento di riflessione e di fratellanza tra popoli. Fratellanza tra quello statunitense e quello italiano ma più in generale tra tutti i popoli perché solo l'11 settembre morirono cittadini di 90 diverse nazioni, tra cui molti italiani a cui si aggiungono tutti i morti per gli eventi provocati in seguito agli attacchi dell'11 settembre”.

Venendo al significato dell'iniziativa. “Avevo preparato un intervento che ripercorreva la storia dell'11 settembre. Poi ieri sera sono tornato in municipio e ho rifatto tutto perché ho capito che i fatti li conosciamo tutti. Ho capito che stavo sbagliando quando ieri pomeriggio mio nipote Luca mi ha chiesto: “Perché fate una piazza per l'11 settembre?” Lì ho capito che non serve spiegare cosa è l'11 settembre, serve usare l'11 settembre per non dimenticare e per costruire qualcosa di meglio.
Sono passati vent'anni e la cura è stata forse peggio della malattia. Abbiamo fallito, abbiamo sprecato vent'anni e non abbiamo onorato le vittime di quei vili attentati. Noi occidentali non sappiamo comprendere, non capiamo cosa è successo nel mondo arabo dopo il fallimento del panarabismo e il ritorno violento dell'islamismo, non ci facciamo le domande giuste. Passiamo dai bombardamenti alla sottomissione, dal praticare azioni militari per vincere una guerra asimmetrica che non si potrà mai vincere all'accettare compromessi che vanno contro la nostra cultura e la civiltà che abbiamo costruito in migliaia di anni. Prima di dare le risposte dovremmo porci le domande giuste e ancora non siamo riusciti in questo. Intitolare una piazza, mostrare un monumento, porre domande e non dimenticare è quello che dobbiamo ai tanti morti e alle future generazioni. Dobbiamo avere l'orgoglio di difendere la nostra civiltà e il nostro stile di vita, ci siamo arrivati attraverso peripezie, balzi intellettuali straordinarie e anche barbarie indicibili, ma siamo arrivati a valori sanciti con delle Costituzioni: valori inviolabili come uguaglianza, parità e libertà d'espressione. Valori da cui non dobbiamo retrocedere davanti ai terroristi ispirati da principi che non conoscono uguaglianza, diritti civili, democrazia e libertà di pensiero. Per questo il monumento del 11 settembre riporta una frase di Michael Moore:  Voglio farvi una domanda: credete in qualcosa con tanta forza da lanciarvi con un aereo contro un edificio a 750 chilometri all'ora? No, e non ci credo nemmeno io. Ma il vostro nemico ci crede. E se ci crede, chi vincerà, alla fine? Questa è una domanda raggelante che non vogliamo affrontare".

Nel suo intervento il vice console Thomas Chidiac ha ribadito la fratellanza tra Italia e Usa. Ha inoltre speso parole di elogio per il monumento: “Si tratta di un'opera molto evocativa e apprezziamo tantissimo che sia stato realizzato con la collaborazione della comunità di Dervio. Questa cittadina è splendida e certamente ritornerò”.
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