Mandello: svelato il murales di 'Gechi' in omaggio alla Moto Guzzi

"Gechi, Gechi, Gechi": un’ovazione generale ha accompagnato nella serata di ieri lo svelamento del murales che racconta la storia della Guzzi, realizzato in oltre tre mesi di lavoro da Giovanni Trincavelli ("Gechi" appunto), pronipote di Giorgio Ripamonti, il Ferèe che in via Cavour a Mandello creò con Carlo Guzzi il prototipo della prima moto.




Visibile su uno spazio di sette metri per otto, reso disponibile dalla ditta Icma nella persona di Silvia Buzzi, l'opera è ora ufficialmente un patrimonio della comunità e dei guzzisti vicini al marchio e alla sua lunga storia. Chiusa al traffico e al pubblico, ieri sera via Cavour è stata trasformata in un vero set cinematografico, per la diretta trasmessa dalle 21 in streaming. Visitando il backstage, già si respirava aria retrò con i figuranti convocati per una rievocazione ispirata agli anni Quaranta e a momenti di vita quotidiana, realizzata attraverso quadri fissi e in movimento, grazie alla disponibilità delle persone che si sono calate egregiamente nei personaggi di quel periodo.



“Quando Gechi si mette in mente di fare qualcosa non sbaglia, e ha il pregio di saper coinvolgere non soltanto gli amici, ma un po’ tutta la cittadinanza” le parole del sindaco Riccardo Fasoli, in fascia tricolore per portare il saluto da primo cittadino e da rappresentante del Comitato Città dei motori che sta gestendo le giornate del centenario con dei contenuti incontri nel rispetto delle normative anti pandemia.



E già da ieri il murales è divenuto oggetto di culto, con la corsa ai selfie di rito davanti all'opera, che rimarrà nel tempo a fare mostra di sè ai motociclisti e non, che anche dall’estero transiteranno per un saluto dinnanzi a questa icona della storia sociale, economica e ludica di una "due ruote" espressione di libertà. Sarà impossibile, d'ora in avanti, rinunciare a una visita in via Cavour eletta a vicolo degli artisti, dove oltre al murales hanno trovato temporaneamente collocazione due sculture in ferro realizzate da Alì Squicciarini: anch'esse valgono un passaggio, un breve "tour" al neonato museo en plein-air.

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