Garlate: rubò durante le vacanze a casa di un ex Carabiniere, 43enne condannata

Il proprietario di casa avrebbe lasciato le chiavi  mentre era in vacanza perché facesse le pulizie e si occupasse degli animali domestici, lei ne avrebbe approfittato per rubargli dei preziosi: è il quadro accusatorio tracciato dalla Procura della Repubblica di Lecco nei confronti di una 43enne residente a Garlate oggi confermato con una sentenza di condanna dal giudice monocratico Enrico Manzi.
La vittima del furto (un maresciallo dell'Arma dei Carabinieri ormai in pensione), costituitosi parte civile e assistito dall'avvocato Richard Martini, ha raccontato al giudice di essere stato messo in contatto con la donna da un conoscente nella primavera del 2018: “la sua famiglia era in condizioni disastrate e mi ha chiesto se potevamo darle un aiuto economico”. Da quel momento il 75enne avrebbe sostenuto in più modi la donna: con elargizioni di denaro, trovandole lavoro presso conoscenti e perfino regalandole una vecchia macchina.
Poi, arrivato il momento di partire per le ferie, le avrebbe affidato casa e mesi più tardi si sarebbe reso conto della mancanza di alcuni oggetti di valore, fra cui la propria fede nuziale, un paio di orecchini della moglie ed una medaglia “alla carriera” che gli era stata regalata . “Non poteva che essere stata lei perché in casa mia non era entrato più nessun altro” ha dichiarato il pensionato che ha poi aggiunto di aver sporto denuncia nei confronti della donna presso la Stazione dei Carabinieri di Olginate. Alle divise avrebbe anche consegnato delle caffettiere acquistate tempo prima dalla signora: spacciate per proprie da quest'ultima, sarebbero poi risultate essere di proprietà di un altro pensionato presso cui la donna aveva prestato servizio come collaboratrice domestica. Dalla casa dell'anziano – un 87enne - l'odierna imputata avrebbe sottratto anche due vasi, una zuccheriera, dei fermatovaglia, delle monete ed una penna di valore.
6 mesi di reclusione e 500 euro di multa è stata la richiesta di condanna avanzata dal Vpo Mattia Mascaro, cui si è associato l'avvocato di parte civile, chiedendo anche un risarcimento del danno di 8.500 euro a favore del proprio assistito.
Si è invece appellata alla causa di giustificazione dello stato di necessità l'avvocato Sonia Bova, in difesa della 43enne, battendosi per la sua assoluzione.
Per entrambi i capi di imputazione che le venivano contestati – furto aggravato dall'abuso di prestazione d'opera e dalla recidiva reiterata – la donna è stata condannata a 7 mesi di reclusione e 300 euro di multa ed al versamento di 1500 euro di risarcimento alla parte civile.
F.F.
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